Dolore, rabbia, sgomento: e’ questo il clima che si respira davanti il palazzo di via Uditore 14 a Palermo. Nell’androne di questo stabile, a due passi dalla villa in cui si nascondeva Toto’ Riina, si e’ consumato in pochi attimi il dramma che ha distrutto una famiglia. Carmela Petrucci, 17 anni, e’ stata uccisa a coltellate mentre faceva da scudo alla sorella maggiore Lucia, di 18, anche lei ferita con alcuni fendenti dall’ex fidanzato Samuele Caruso, di 22.
Una relazione tormentata che il giovane aveva tentato senza successo di riallacciare, fino al sanguinoso epilogo di oggi. E’ stata la stessa Lucia, mentre veniva ricoverata d’urgenza in ospedale, a fare con un filo di voce il nome di Samuele, arrestato qualche ora dopo mentre tentava di fuggire in treno. Al delitto, avvenuto poco dopo le 13, non hanno assistito testimoni. I primi a prestare soccorso sono stati i dipendenti di un supermercato adiacente allo stabile. ‘Abbiamo sentito delle urla – racconta Pippo Gambino, 43 anni, che fa il magazziniere – insieme a un mio collega ci siamo precipitati per vedere cosa stava succedendo. Appena siamo arrivati davanti al portone abbiamo visto le ragazze in una pozza di sangue’.
L’uomo, che conosce bene la famiglia, racconta anche che la nonna delle due ragazze si trovava al supermercato a fare la spesa, mentre un altro fratello era a casa. Lucia e Carmela frequentavano entrambe il liceo classico Umberto. Due studentesse modello, come le descrivono i compagni della terza L. Le ragazze erano infatti anche compagne di classe perche’ Carmela aveva fatto la prima a cinque anni. ‘Erano tornate martedi’ dal viaggio di studio di tre settimane a Brighton – racconta tra la lacrime una compagna, Giorgia Castellini, 18 anni – avevano superato i test ed erano state selezionate entrambe. Erano partite a fine settembre. Eravamo amiche, avevamo un buon rapporto a scuola ma non uscivamo mai insieme la sera o il sabato’. ‘Erano bravissime – aggiunge – Carmela aveva una media del 9, Lucia dell’ 8 e mezzo in tutte le materie. Carmela sognava di fare il medico. Non ci sono parole per descrivere quello che e’successo oggi: avverti solo un grande senso di vuoto’.
Un’altra compagna di classe le ricorda cosi’: ‘Erano entusiaste e stanche del viaggio, ma nell’ultimo periodo erano tranquille.
Se ci fosse stato qualche, problema Lucia me lo avrebbe detto siamo molto amiche’. Ma sia pure in modo discreto, l’amica ammette che qualche preoccupazione legata a quel rapporto tormentato con Samuele c’era: ‘E’ un fatto che risale a mesi fa, prima dell’estate – aggiunge – perche’ Lucia aveva ricevuto messaggi anonimi sul cellulare’. Segnali che tuttavia non lasciavano presagire la tragica conclusione di quella storia, anche se sul suo profilo di facebook Samuele scriveva: ‘L’unica cosa che non puoi cambiare e’ la perdita di qualcuno che ami’.
Chi non riesce a darsi pace per questo delitto assurdo sono i genitori di Carmela: Serafino Petrucci, impiegato delle Poste, e la moglie Giusi Mercurio, dipendente regionale. Nella sala antistante il reparto di chirurgia dell’ospedale Cervello, dove e’ ricoverata Lucia, piangono in silenzio. Non vogliono parlare, chiedono ai cronisti rispetto per il loro dolore. Il preside del Liceo Umberto, Vito Lo Scrudato, e i genitori dei compagni di classe di Carmela e Lucia cercano inutilmente di consolarli: ‘Al loro posto potevano esserci le nostre figlie – dicono – questa tragedia riguarda tutti noi’.
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