Il leader di Forza Italia ed ex-premier Silvio Berlusconi ha rinunciato alla sua candidatura per il Quirinale. Salvo sorprese, lui non sarà il prossimo presidente della Repubblica. Ad oggi, non solo mancherebbe quella cinquantina di voti che potrebbe portarlo al Colle, ma potrebbero esserci dei franchi tiratori anche nel centrodestra. Del resto, nel centrodestra a qualcuno certe sue “sterzate a sinistra” potrebbero avere fatto venire il mal di pancia.
Berlusconi rischierebbe di fare la fine del cardinale inglese Reginald Pole. Vissuto nel XVI secolo, il cardinale in questione era dato come papabile. Se fosse stato eletto sarebbe stato il secondo Papa inglese, dopo Adriano IV. Tuttavia, durante il Conclave del 1549 il cardinale Gian Pietro Carafa (futuro Papa Paolo IV) accusò il suo confratello inglese di sospetta eresia e quest’ultimo vide sfumare la possibilità di raggiungere il soglio di Pietro.
Per il centrodestra è un rebus. Se Berlusconi fosse “bruciato” (come candidato) si dovrebbe trovare qualcun altro. Le figure interessanti per la successione a Sergio Mattarella ci sono. Vi sono ottimi politici come gli ex-ministri Giulio Tremonti e Antonio Martino, il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan o la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati.
Tuttavia, si dovrà capire se il centrodestra agirà come una coalizione o se (senza più la candidatura di Berlusconi) i suoi partiti potranno fare accordi con altri per eleggere una figura gradita. A questo punto si dovranno puntare gli occhi sui partiti di centro, come Forza Italia, Unione di Centro, Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Italia Viva, Azione, Centro Democratico e Centristi per l’Europa.
La trama per l’elezione del nuovo capo dello Stato potrebbe essere iniziata da questi partiti che potrebbero cercare “l’uomo per tutte le stagioni” e che potrebbe piacere ad altri, come Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Quell’uomo potrebbe essere uno come il già citato Pierferdinando Casini? Sembra che la vecchia politica sia dura a morire…