Enrico Letta, segretario Pd, in una intervista a Repubblica chiede unità alle diverse forze politiche in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il rischio, altrimenti, dice Letta, sarebbe quello di far cadere il governo.
“Su un’eventuale ipotesi Draghi al Colle, come sugli altri nomi che garantiscono ampio consenso, decideremo tutti insieme e al momento debito, la mia personale opinione non conta. Quel che so per certo è che Draghi va comunque protetto e tutelato per il bene del Paese”.
“Chi ha detto di non volere Draghi al Quirinale ha aggiunto di volerlo ancora a Palazzo Chigi. Ritengo, per essere chiari, che noi dobbiamo tenercelo stretto, in un modo o nell’altro. Quello che Draghi sta portando all’Italia è enorme. Siamo un Paese che ha visto crescere il suo principale handicap, il debito pubblico, del 25% in poco più di un anno. In questo senso Draghi è un’assicurazione sulla vita”.
“Il 13 gennaio dirò alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari che la via maestra è la continuità di governo e la stabilità. Il 2022 non può essere un anno elettorale, non possiamo permetterci almeno cinque mesi di interruzione dell’attività di governo. Quindi c’è bisogno di una larghissima maggioranza, un capo dello Stato non divisivo e non eletto sul filo dei voti”.
Renzi, e con lui il dem Bettini, sostengono che il presidente può essere eletto da una maggioranza diversa da quella che governa… “Il governo è sostenuto dal 90% delle forze parlamentari, sarebbe totalmente contraddittorio restringere il campo. Ci può essere una maggioranza più larga, non più stretta, altrimenti il governo cadrebbe”. Ma toccasse a Draghi, chi potrebbe sostituirlo? “Servirebbe una sorta di doppia elezione, un accordo contestuale anche sul nome del sostituto”. Berlusconi può farcela? “Non è candidato ufficialmente, quindi per me non è in campo. Certo il profilo che ho delineato per la figura del capo dello Stato non va nella sua direzione”.