Il governo Draghi se ne frega degli italiani all’estero. Questo il succo delle recenti dichiarazioni fatte da Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all’estero. Di più: gli italiani nel mondo, ha sottolineato Schiavone, non hanno alcun interlocutore alla Farnesina. Insomma, all’interno di questo esecutivo non c’è nessuno a cui interessi davvero ascoltare la voce dei connazionali residenti oltre confine.
Sono considerazioni amare, quelle del Segretario generale, che però fotografano la realtà dei fatti. E che assumono ancora più importanza, secondo il nostro modo di vedere, se consideriamo che Schiavone è stato per anni il segretario del Pd Svizzera e che il Pd fa parte della maggioranza di governo che sostiene (San) Mario Draghi. Ma lui ha parlato come Segretario del CGIE, ovvero di un’istituzione che nasce e vive proprio per fare in modo che gli italiani nel mondo siano sempre ben presenti nell’agenda di qualsiasi governo.
Bene Schiavone, le tue parole ci sono piaciute. Abbiamo idee diverse su tante cose, ma questo tuo battere i pugni sul tavolo merita il nostro rispetto. Poi, certo, il timore è che tu sia una voce che grida nel deserto. Non c’è nessuno ad ascoltarti, in questo caldo agosto in cui le emergenze per l’Italia sono altre; un’estate all’insegna del Covid, delle vaccinazioni, della crisi economica che non smette di mordere. Ci si è messo pure l’Afghanistan adesso. Sai quanto gliene frega a questi di noi poveri cristi che viviamo e lavoriamo lontani dalla Madre Patria? Per Draghi e compagnia siamo solo una rottura di scatole. Per Benedetto Della Vedova, Sottosegretario per gli italiani nel mondo alla Farnesina, siamo soltanto una delega in più tra le tante che ha. Non c’è alcun interesse nei nostri confronti.
Prima, invece. Prima era prima. Quando alla Farnesina un interlocutore diretto noi ce l’avevamo. Quando i governi venivano sollecitati e pungolati da una forza politica che da sempre ha a cuore gli italiani all’estero e i risultati arrivavano. Del resto, è evidente che con il suo intervento Schiavone punta il dito contro l’attuale esecutivo, ma allo stesso tempo, in qualche modo, senza neppure dirlo, rimpiange il passato più recente. Quando alla Farnesina c’era un italiano nel mondo ad ascoltarlo, un rappresentante parlamentare eletto dalle comunità italiane all’estero. Uno che sapeva bene, per esempio, quanto fossero importanti istituzioni quali Comites e CGIE, perché lui stesso ne aveva fatto parte. Uno che capiva quanto fosse necessario investire nella rete consolare, a 360 gradi: nuove sedi, digitalizzazione, nuove risorse, umane ed economiche.
Quel tempo è finito: da poco più di sei mesi ci ritroviamo con un premier che non ha mai pronunciato le parole italiani nel mondo nella stessa frase e con un Sottosegretario a cui lo Stato italiano ha voluto concedere una borsa di studio sugli italiani all’estero. Gratuitamente. Anzi, lo paga pure. Della Vedova, infatti, non è parlamentare. Quindi ha diritto allo stipendio da Sottosegretario, che si aggira intorno ai 6mila euro al mese. Un eletto all’estero non solo avrebbe saputo affrontare certi temi nel giusto modo, ma non sarebbe costato un centesimo in più alle casse dello Stato.
Quisquilie, dirà qualcuno. Forse. Ma è il totale che fa la somma. E il totale in questo caso non è zero: è negativo. È sottozero.