Roma – Non è stata accolta favorevolmente la querela sporta dal senatore Caselli nei confronti di ItaliachiamaItalia e di altri rappresentanti politici. La nostra colpa? Aver raccontato la verità. Pura e semplice. Una verità che, per ItaliachiamaItalia, si chiama diritto di cronaca ed è tutelata dall’articolo 21 della Costituzione.
“Ma che cosa ne sa il senatore Caselli del diritto di cronaca?”: se lo domanda il deputato Fli Aldo Di Biagio commentando la vicenda. “Che ne sa Caselli di libertà di opinione? L’unica cultura che conosce è quella dei regimi autoritari sudamericani, dai quali ha evidentemente ereditato questi linguaggi”. “Sono contrario a questa e alle altre querele – conclude il finiano – presentate quando non ci sono motivi validi. Nel vostro caso si tratta del diritto di cronaca, quello che è stato scritto rientrava nell’informazione che un giornale può e deve assolutamente fornire se vuole fare bene il proprio lavoro”.
È meno diplomatico l’onorevole del Pd Fabio Porta, colpito anche lui da una querela ‘caselliana’. “Questa querela nei confronti di ItaliachiamaItalia è una cosa assurda, io stesso sono stato contestato perché ho parlato di questa indagine in una situazione pubblica. Tutti sappiano che c’è un’indagine in corso. Tutti sappiamo che, al centro di questa indagine, c’è il Pdl del Sudamerica”.
“Se, nonostante tutto questo, qualcuno ci volesse far credere che siamo nell’impossibilità di parlare di ciò che è ampliamente presente nei giornali e nelle agenzie di stampa, vorrebbe dire che non siamo in una democrazia. Forse Caselli ha nostalgia della dittatura argentina, quando sull’obelisco di Buenos Aires si leggeva la nota frase ‘il silenzio è d’oro ed è la miglior cura per vivere a lungo’. Sia a destra che a sinistra bisogna ragionare sui possibili brogli avvenuti nel 2008 e, a questo proposito – conclude Porta a colloquio con ItaliachiamaItalia -, speriamo che le indagini confermino quanto ormai sanno anche i sassi di Buenos Aires”.
“Non ho ancora ricevuto nulla da parte di Caselli e, quindi, non mi esprimo in relazione a una sua eventuale querela nei miei confronti”. Sono queste le prime parole di Luciano Neri, del Pd nel mondo. “In relazione alla querela sporta nei confronti di Italia chiama Italia posso dire che, nelle battaglie politiche condotte in questi anni, mi sono ritrovato al centro di tanti confronti, spesso anche aspri, ma non ho mai querelato nessuno”. “Credo che sia molto più trasparente rispondere nel merito – osserva Neri parlando con il nostro quotidiano online -, attraverso le tante opportunità che un esponente politico, un senatore o un giornalista possono vantare, poi saranno i cittadini e gli elettori a giudicare chi ha ragione e chi ha torto. Lasciamo lavorare la magistratura su questa vicenda e sulle altre urgenze che, in Italia, abbondano”.
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