Signor Presidente Mattarella,
oggi è il gran giorno, nel pomeriggio Matteo Salvini e Luigi Di Maio Le presenteranno il loro pomposo quanto irrituale e fantozziano “Contratto di Governo legastellato“, ove si parla di quasi tutto e dell’esatto contrario.
L’argomento totalmente ignorato, chissà per quale motivo, ma è facile intuire che si tratti di mancanza di idee, è come reperire i fondi per le rivoluzionarie proposte, le quali però non parlano di piani industriali e del rilancio dell’economia.
A completamento della stravaganza del “Contratto” ci sono i due referendum, quello dei pentastellati, basato sul voto on line, il quale oltre a probabili interferenze non rappresenta nulla, in quanto si basa su un numero di votanti alquanto esiguo, e quello della Lega, fatto per imitare i soci, attraverso i gazebo, ove ai votanti sono stati proposti solo i punti cari alla Lega e non quelli del M5S.
Non vorrei sembrare irriguardoso, ma mi sembra proprio un teatrino nel quale si divertono solo gli “onorevoli “che per due mesi e mezzo sono stati lautamente pagati per non fare nulla, mentre presso i cassonetti dei mercati i poveri derelitti cercano qualcosa da mangiare.
Salvini e Di Maio forse pensano di essere ancora in campagna elettorale, ove le panzane scorrono a fiumi e, non avendo una solida esperienza, ritengono di poter governare a vista o per principi generali, pensando che l’UE sia un discorso perfettamente controllabile. Non mi sembra un fare da paese democratico e civile, ma forse ho idee alquanto confuse e non consone ad un paese come il nostro.
La confusione che regna nella mia testa dipende anche dal fatto che Lei, presidente Mattarella, non abbia dato l’incarico per la formazione del governo al centro-destra: dimostra un’imparzialità un po’ troppo soggettiva, in quanto tale coalizione ha vinto le elezioni, anche se non ha ottenuto la maggioranza dei seggi. In parlamento tutto è possibile, con i gruppi misti, che, con la “transumanza” tanto apprezzata quando avviene da destra verso la sinistra, mentre è deplorevole e tacciata di compravendita dei consensi quanto avviene al contrario, potrebbero dire la loro.
Potrei sbagliarmi, e sinceramente lo spero, ma sono arciconvinto che l’attuale squallore della classe politica e del menefreghismo che essa dimostra per i problemi delle persone, mentre è attenta alle poltrone ed agli sgabelli, sia proprio dovuto al fatto che sono 75 anni che ci si basa su una storia artefatta e che con noncuranza viene portata avanti e sbandierata.
Se i due rappresentanti sono arrivati a dire che il nuovo premier “deve essere amico del popolo” può anche significare che fino ad oggi molti governi del popolo se ne sono ampiamente fregati e, purtroppo, tanti elementi lo confermano.
Signor Presidente Mattarella, oggi l’attende una scelta difficile; non vorremmo mai essere nei suoi panni.