Fausto Bertinotti, ex leader di Rifondazione Comunista ed ex presidente della Camera dei Deputati, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus. Bertinotti conferma il suo no al referendum costituzionale del 4 dicembre: “Voto no, anche se il dibattito mi appassiona poco, come la politica corrente. Sento comunque che è una vicenda importante, penso che sia un passaggio significativo nella storia politica e istituzionale del Paese”.
Secondo Bertinotti “la Costituzione negli ultimi 25 anni è stata affossata, questa riforma sarebbe il compimento di un ciclo. Ormai in tutti i paesi europei c’è un conflitto tra l’assolutizzazione della governabilità e dall’altro la ricostruzione di una democrazia dimezzata. Questa è la contesa. C’è una componente importante, la predominante nelle classe dirigenti, che pensa che il tempo della democrazia sia finito. Tanto più quello della democrazia parlamentare. Vorrebbero concentrare nelle mani di un nuovo principe il potere decisionale, ma io penso che ci sarebbe bisogno di ricostruire l’antico principe, che è il popolo, che ormai non conta più niente. Il popolo è in rivolta in tutta Europa, perché è stato espropriato. L’elettore al massimo può concorrere a decidere chi fa il governo, ma non che cosa fa il governo. Perché che cosa fa il governo è già deciso, è predeterminato. E la riforma è una tessera di questo mosaico, per questo io sono contrario”.
Bertinotti sul Movimento Cinque Stelle e l’approccio di Virginia Raggi al governo di Roma: “Il Movimento, come altri movimenti da lui diversi e tuttavia simili nell’espressione di un cambiamento di rotta della politica che non vede più lo scontro tra destra e sinistra, ma tra l’alto e il basso della società, è essenzialmente di denuncia. Organizza consenso sulla base di una denuncia per molti versi fondatissima. Il travolgente voto dei romani per il Movimento è stato una denuncia del fallimento delle amministrazioni degli ultimi 15 anni. La sfida è da ora in avanti. Quando poi hai vinto bisogna vedere come te la cavi. Per pronunciarsi su Virginia Raggi è presto. Gli interessi che stavano a sostegno dei cicli di governo precedenti si sentono comunque minacciati”.
Sul duello Trump Clinton negli Usa: “Sembra una sfida a chi è meno peggio. Un tempo i miei amici di occupy wall street si lamentavano del fatto che ormai votare negli Usa fosse come scegliere tra la Coca Cola e la Pepsi Cola. Non immaginavano che sarebbe stato addirittura peggio. Trump è uno spettro che irrompe nella società politica americana. Clinton certamente è una delle candidate tra le più impopolari di sempre tra i democratici. Ho degli amici che votano negli USA che mi dicono che non hanno nemmeno una ragione per votare Clinton, eccezion fatta per Trump”.
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