In questi giorni, dopo l’ennesima brutta figura di Alfano, viene in mente quanto disse a Bruxelles Silvio Berlusconi il 2 marzo del 2012, a margine di un pranzo mentre discutevano di possibili alleanze: "ad Alfano vogliono tutti bene, però gli manca il quid..".
Verso la metà del mese scorso Fini, intervistato dal Corriere della Sera, se ne uscì con la seguente frase: "ha ragione Berlusconi quando dice che Alfano non ha il quid". Ebbene, allo stato attuale, credo che gli unici che non si siano accorti "dell’acume" e della mancanza di quid di Alfano siano solo Napolitano e Renzi.
Da profano in psicologia ho il sospetto che lo sbarellamento in cui è incappato il ministro dell’Interno da alcuni mesi sia dovuto al fatto che, sentitosi toccato da certe affermazioni, voglia dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che lui è l’uomo mandato dalla provvidenza per sanare il nostro paese. Soltanto inseguendo questa vana convinzione si possono capire le sue uscite sull’episodio inerente Alma Shalabaryeva, per la quale si fregò beatamente che la colpa ricadesse in toto sulla polizia, e sulla trattativa teletrasmessa di Genny ‘a Carogna; trova anche una spiegazione la sfrontatezza con cui ebbe a dire che lo stato non avrebbe dato tregua e scampo agli assassini di tre bambini, che sarebbero stati presi e tenuti in carcere per tutta la vita quando già da alcune ore l’opinione pubblica sapeva che l’assassina era la madre già arrestata.
Non contento e/o non convinto della mancanza di quid, Alfano ha voluto di nuovo mettersi in mostra annunciando al popolo che era stato arrestato l’assassino di Yara facendo in tal modo la sua peggiore figura, sia perchè le indagini sono ancora in corso, sia perchè dimentica che sussiste la presunzione di innocenza. Alle giustissime rimostranze del Procuratore di Bergamo sulla mancata conclusione delle indagini e, pertanto, su fatti nuovi che possono emergere, Alfano, con supponenza ed il mal celato desiderio di cercare visibilità, ha risposto che "l’opinione pubblica ha il diritto di sapere e ha saputo".
Esimio ministro, è vero che l’opinione pubblica deve sapere, ma è innanzi tutto doveroso che Lei conosca perfettamente le competenze e sappia fare il ministro, anche perchè è pagato per questo. Ma forse l’unica cosa che Le rimane da fare è porre fine alle sue comparsate e andarsene a casa.
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