Mai così tanto rappresentata la Calabria tra i parlamentari italiani eletti all’estero. Ben quattro di loro, infatti, sono di origine calabrese.
Partiamo da un nome che i lettori più affezionati di ItaliaChiamaItalia conoscono molto bene: Eugenio Sangregorio. Lo chiamano il Leone, nella sua Argentina, per il suo coraggio e la sua forza d’animo.
Imprenditore di successo a Buenos Aires, fondatore e presidente dell’USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani, Sangregorio è stato eletto deputato nella ripartizione estera Sud America.
Ci ha messo tanto cuore, tanto impegno e finalmente ce l’ha fatta. Bravo Eugenio, ancora auguri.
Eletto con l’USEI, ma al Senato, anche Adriano Cario, presidente del Centro calabrese di Buenos Aires e figlio dell’editore Gaetano, nato a Parenti, in provincia di Cosenza, e scomparso nel 2005.
Un seggio alla Camera dei Deputati anche per Nicola Caré, 58 anni, nato a Guardavalle, in provincia di Catanzaro. Eletto con il Partito Democratico nella ripartizione Asia-Africa-Oceania, quella che fu di Marco Fedi, Caré è il segretario generale della Camera di Commercio e Industria di Sydney.
Chiudiamo con una donna. E’ Angela Schirò, 32 anni, nata in Germania da madre calabrese e padre siciliano. Eletta nella ripartizione estera Europa con il Pd alla Camera.
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È nata a Gernsbach (a pochi chilometri da Rastatt, nel Baden-Württemberg) nel 1985, iscritta all’AIRE e residente a Karlsruhe. Lavora come insegnante di Lingue (italiano e spagnolo), Educazione Civica e Storia in una scuola superiore pubblica a Pforzheim.
Sono tantissimi i calabresi nel mondo, hanno contribuito con forza allo sviluppo dei Paesi che li ospitano, hanno saputo integrarsi e scalare posizioni, di questo sono un chiaro esempio i quattro eletti oltre confine che hanno le proprie origini nella punta dello Stivale italiano. Come Italiachiamaitalia.it ci auguriamo che questa forte presenza di calabresi tra gli eletti all’estero possa contribuire a migliorare e rafforzare i rapporti tra la Regione e i suoi figli residenti all’estero. Viva la Calabria, dunque, e viva la “calabresità” nel mondo.