Giorni fa ho scoperto che c’è Made in Italy e Made in Italy: in Cina la farina italiana non può entrare perché mancano dei documenti che il Ministero delle Politiche Agricole non ha ancora completato, parliamo di una storia che inizia nel 2014.
Da circa sette mesi il Governo Cinese ha bloccato l’importazione dall’Italia delle farine, in quanto il nostro Paese non ha fornito la documentazione tecnica per il Pest Risk Analysis, di competenza del Ministero delle Politiche Agricole. Sappiamo che le procedure in atto per la predisposizione del dossier tecnico – anche attraverso analisi di laboratorio – stanno seguendo tempi notevolmente rallentati e non vengono fornite rassicurazioni circa una prossima risoluzione della problematica, nonostante le sollecitazioni che da più parti vengono effettuate. E’ evidente che tale situazione penalizza notevolmente le imprese del comparto, di fatto “scavalcate” da produttori di altri Paesi – es. Francia – che invece operano liberamente sul mercato cinese avendo ottemperato agli adempimenti richiesti.
La mia domanda è semplice, da uomo della strada: è mai possibile che dal 2014 ad oggi, quando sono state inviate le prime richieste da parte del Governo Cinese, non ci sia stato il modo di fornire questa documentazione?
Mi giungono voci, e spero che non sia vero, di una richiesta del governo cinese per l’ispezione dei campi; sembra impossibile che non si riesca a organizzare la delegazione perche’ il ministero delle politiche agricole non ha fondi. Ma come? Si spendono milioni in pubblicità e promozioni e non si trovano i soldi per garantire ad una delegazione Cinese di venire in Italia?
E’ mai possibile che noi Italiani non siamo organizzati in maniera tale da combattere i nostri competitor sul mercato internazionale?
E’ mai possibile che i nostri prodotti vengono bloccati dal governo Cinese mentre i loro, senza che noi sappiamo come vengono prodotti, entrano nel mercato Italiano. Dove sono i nostri controlli?
Cosa analoga e’ avvenuta anche per il riso, ed e’ stata sbloccata grazie all’impegno totale e incisivo da parte dei produttori di riso.
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Vorrei fare un solo appunto: non credo che se il governo cinese bloccasse un prodotto di una grande azienda internazionale come la Ferrero, il governo italiano se ne starebbe zitto.
Caro Ministro Martina, allora questo made in Italy lo vogliamo difendere o difendiamo solo chi ci pare?
Mi auguro che questa situazione si sblocchi al più presto, anche perche’ le nostre aziende stanno perdendo guadagni. Poi non ci possiamo lamentare se vengono mandati a casa i dipendenti, come succede alla Melegatti. Diamoci una mossa. Al dirigente che segue la pratica voglio solo dire che il suo stipendio è garantito per tutti i dodici mesi dell’anno e che un’impresa molitoria vive su quello che vende e non sulle chiacchiere.