Ho seguito la campagna elettorale di Roma, dove abito, con maggior attenzione: ho assistito a vari dibattiti televisivi. Ecco le mie impressioni, schematicamente.
1. Il livello di qualità e capacità di coinvolgimento del pubblico è stato molto scarso, sia per responsabilità dei candidati intervistati sia per l’incredibile, banale aggressività/super loquacità dei conduttori.
2. Mi sono piaciute, per coerenza con ciò che ho scritto, Giorgia Meloni e Virginia Raggi: tentavano con determinazione di parlare di problemi ed erano trascinate in schermaglie polemiche (tipo l’ipotesi di dedicare una strada a Giorgio Almirante, per la Meloni, o la soggezione attribuita al direttorio M5S, per la Raggi) prive, presumo, di interesse per la stragrande maggioranza degli aventi diritti al voto. Tuttavia non conosco personalmente, né profondamente, le due signore, quindi segnalo la mia simpatia per le condizioni in cui si sono battute, ma non me la sento di “sponsorizzarle” per il voto. Con loro mi piacerebbe un confronto, quando fosse possibile.
3. Mi restano incomprensibili i cambiamenti di umore e di scelte di Silvio Berlusconi.
4. Non mi sono piaciuti i troppi sorrisi di Alfio Marchini, l’accentuazione del linguaggio romanesco della Meloni. Quisquilie? Ammetto di essere spinto dalla mia vocazione alla comunicazione.
5. Con uno sforzo di ottimismo, penso che tutti – forse – potrebbero essere buoni sindaci: Giachetti è certamente un uomo rigoroso e onesto, come dimostra un curriculum privo di infortuni. La Raggi sarebbe finalmente un volto nuovo e finalmente si darebbe la possibilità ai grillini di dimostrare se sanno anche governare, oltre che obiettare. La Meloni è la candidata che meglio conosce Roma e ha esperienza consolidata. Marchini è ricco, quindi non ha bisogno di rubare, probabilmente è mosso da ideali e dal desiderio di dare un senso alla sua vita. Se mi avesse chiesto un consiglio, gli avrei suggerito di non nascondere la Ferrari e di dire agli elettori: sono figlio di e nipote di, so di essere stato un privilegiato, quindi mi impegno a risolvere i problemi di Roma per sostenere innanzitutto chi ogni giorno affronta una vita faticosa e per dare spazio e opportunità a chi, senza privilegi di famiglia, non ha avuto la possibilità di mostrare i propri meriti. E mi rivolgo soprattutto ai giovani.
6. Mi chiedo come mai nessun leader – a differenza di quanto succedeva una volta – abbia avuto il coraggio di scendere in campo. Hanno avuto paura? C’è già stata una spartizione?
7. Sono curioso di vedere se, in caso di ballottaggio, la Meloni darà sostegno a Marchini o se Marchini lo darà, eventualmente, alla Meloni.
8. Roma è uno Stato, una città enorme: non basterà un sindaco, ce ne vorrebbero quattro o cinque.
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