Grottaglie, suggestiva cittadina pugliese in provincia di Taranto è famosa fin dall’antica Grecia per la produzione di preziose ceramiche e all’interno del Castello Episcopio è possibile visitare, gratuitamente, il Museo del Ceramica, con le sue cinque sezioni che custodiscono la tradizione artigianale locale. Un viaggio attraverso storie antiche di amore e gelosia, attraverso piccoli e grandi capolavori di ceramica.
Grottaglie offre a chi la visita uno scenario unico nel suo genere. È sufficiente affacciarsi e incamminarsi tra le strade strette, che s’incuneano sul poggio nel quale il Quartiere delle Ceramiche è stato ricavato millenni fa dalla roccia, per conoscere da vicino la tecnica di veri e propri artisti capaci di cimentarsi in utensili tradizionali come innovare attraverso opere dal valore artistico assoluto, sperimentando tecniche, forme e colori.
Pumi e Pupe – Nella cittadina fioriscono numerose botteghe di ceramisti:già il loro lavoro è un’opera d’arte. Mani impastate con la creta lavorano al tornio. Ne assecondano i movimenti, il suo ruotare, fino a far prender forma all’argilla. È da qui che nascono le opere in terracotta: vasi, utensili, statue e, appunto, pumi e pupe, quest’ultime prosperose e baffute. E i pumi si notano subito sui balconi della città. Il pumo (lu pumu, nel dialetto locale) è, infatti, una sorta di ampolla in terracotta a forma di bocciolo, colorata o decorata, in modo intenso. Blu, rossa, bianca, verde, gialla ocra. Un segno di buon augurio e prosperità da regalare a chi si vuole bene. È una delle tipiche realizzazioni dei ceramisti grottagliesi, che decora ringhiere e pietre dell’antico centro storico, in segno di fortuna e prosperità.
La donna baffuta, storie di gelosia – Ma camminando per Grottaglie e osservando il lavoro dei suoi ceramisti, non si possono che notare le tante Pupe con i baffi esposte in vetrine e salotti. I maestri ceramisti grottagliesi le realizzano a forma di bottiglia antropomorfa. Dietro questa figura si cela una storia, mista a leggenda, del seicento, che racconta del contadino che si travestì perfettamente da donna, per presentarsi al cospetto del signorotto, intento a esercitare con la sposa del contadino, il tanto odiato ius primae noctis. L’intenzione del bracciante era di rivelarsi al nobile al momento giusto, per infiggergli una coltellata. L’agguato non si concretizzò, perché il signorotto si accorse nottetempo dei baffi dimenticati dal ragazzotto nel travestimento. La tenzone finì bonariamente, a vino, appunto, il migliore prodotto dal contadino, da elargire ogni anno al nobile, quale pegno, in cambio della sua vita e dell’onore preservato della sua sposa.
Un museo en plein air – Da questa storia, queste grandi opera in terracotta dipinta a mano che riproducono la Pupa, vale a dire il contadino travestito da donna, baffuta. Opere che testimoniano un patrimonio storico e culturale visibile lungo i vicoli del Quartiere delle ceramiche. Un museo a cielo aperto, che ospita le botteghe dei maestri e nasconde gli antichi laboratori ricavati nella roccia. È così che Grottaglie, Cryptae aliae in latino (molte grotte), accoglie i suoi avventori. Un museo vivo, diffuso tra oltre 50 botteghe artigiane, dove mani sapienti cesellano e dipingono.
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