Prostituzione sempre più ‘in casa’ che sulle strade. Continuano a vedersi prostitute in alcune zone delle metropoli italiane – e non solo -, ma le donne che hanno scelto di fare questa vita si stanno organizzando in maniera diversa ormai: la strada è roba vecchia. Con internet, con gli annunci sul web, c’è la possibilità di avere una ‘vetrina’ molto più grande.
Anche chi sfrutta la prostituzione l’ha capito. E così si punta su vere e proprie ‘case chiuse’ – che chiuse però non sono – o ai centri massaggi.
Proprio due centri massaggi “a luci rosse” sono stati chiusi nei giorni scorsi a Torino. Arrestate quattro persone – una coppia che gestiva l’attività e due ragazze a cui veniva affidata la gestione dei centri quando loro erano impossibilitati a farlo -, tutte di nazionalità cinese. L’accusa per tutti loro è sfruttamente della prostituzione.
L’operazione è stata portata avanti dai carabinieri di San Salvario. Le indagini sono iniziate più o meno 3 mesi fa. A farle scattare è stata la denuncia di una ragazza romena, che aveva trovato lavoro nel centro massaggi, ma quando poi si è resa conto che in realtà di trattava di ben altra cosa, ha deciso di denunciare ai militari.
Nel centro massaggi lavoravano 4 o 5 ragazze, che con i loro "servizi" assai particolari fruttavano ai proprietari fra i 30 e i 40 mila euro al mese. Alle ragazze, invece, andavano fra i 2 e i 3 mila euro. Un massaggio tradizionale costava 30 euro, fino a 80 euro per quelli hot. Clienti del centro erano turisti, ma anche torinesi facoltosi, liberi professionisti e menager.
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