Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana, è intervenuto all’82esimo congresso internazionale della società Dante Alighieri, che da quanto è nata si occupa di promuovere e diffondere la lingua italiana nel mondo. Il capo dello Stato ha subito voluto sottolineare quanto “sarebbe necessario un maggiore impegno dello Stato” nella promozione della nostra lingua e della nostra cultura, lo si capisce anche confrontando i dati con gli altri Paesi europei.
Il capo dello Stato ha parlato dell’importanza di insegnare l’italiano agli immigrati, ma anche di diffonderlo all’estero, ad esempio nei Balcani o nella sponda sud del Mediterraneo, "dove l’italiano può diventare strumento di pace".
Mattarella ha voluto ribadire più volte il fatto che l’Italia all’estero è molto, molto amata: “La percezione che si ha dell’Italia all’estero, al di là degli stereotipi inevitabili per ogni Paese, è notevolmente migliore di quella che abbiamo noi italiani, forse un po’ assuefatti all’idea di vivere immersi nell’arte, nella storia e nel bel paesaggio”.
SEMPRE MENO FONDI Dunque lo stesso presidente della Repubblica riconosce che ci sarebbe da spendere molto di più per la lingua italiana. In effetti a guardare quanto investono in questo gli altri Paesi Ue si rimane a bocca aperta. Andrea Riccardi, presidente della Dante, durante l’incontro ha ricordato che i fondi della società sono stati tagliati dell’80%, spiegando che lo stato francese investe 760 milioni l’anno, la Gran Bretagna 826 milioni, la Germania 218 milioni, la Spagna 80 milioni, mentre "la Dante riceve 600 mila euro".
All’estero, ha sottolineato Riccardi, “c’è una diffusa domanda di Italia, ma non sarà eterna se non verrà ben coltivata”, dunque “occorre investire per far conoscere i prodotti italiani, per fare innamorare dell’Italia e delle sue eccellenze sempre più persone”.
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