Romano Prodi in una intervista al Corriere della Sera parla dell’elezione di Nicola Zingaretti a segretario del Pd: “Ho avvertito la rinascita di uno spirito antico. Una riscossa psicologica inaspettata. Ritenevo che un’affluenza importante fosse indispensabile per dare forza al candidato vincente. E un’affluenza importante c’è stata. Le primarie sono la più grande manifestazione di democrazia nel nostro Paese, non i giochini calati dall’alto sulle piattaforme digitali”.
“Un milione per me era già un grande traguardo. Non si possono fare paragoni con le altre primarie. Questi numeri contano perché servono a chiudere con il passato e, allo stesso tempo, danno la possibilità di aprire un nuovo capitolo”.
Spiega poi che con Zingaretti “ci siamo parlati a lungo e più volte. Io credo che ora non si debbano più commettere i vecchi errori. Il Pd, ancor più con il voto di domenica, si conferma come la forza maggioritaria del riformismo in Italia. Ma solo le coalizioni possono aspirare al governo. E’ un dato imposto dalla legge elettorale. Serve una forza larga che guardi al centro e a sinistra”.
Uno schieramento inclusivo che vada da Giuliano Pisapia a Carlo Calenda? “Queste sono scelte che fa il segretario”. Archiviare il passato significa archiviare il renzismo? “Perché? Può benissimo essere inclusivo anche Renzi”.
Alle primarie hanno votato per la maggior parte persone anziane… “Dobbiamo partire da qui, dai giovani che non c’erano. E l’Italia deve diventare un Paese che attira migliori fra loro, non che li allontana, come accade attualmente”. E i consensi conquistati dai 5 Stelle? “Non so se il Pd stia recuperando quei consensi, dico però che c’è una grande attesa nel Paese. La gente è delusa da questo governo. Quando non aumentano i consumi, ma crescono i risparmi, vuol dire che manca la fiducia. Un tempo chi aveva responsabilità si preoccupava del terzo dell’Italia escluso dallo sviluppo. Se si continua così gli esclusi arriveranno ai due terzi. II problema è proprio questo: la spaccatura tra pochi che hanno e i tanti che non hanno. Per il Pd questa è la grande sfida”.
Prodi parla poi della sua proposta di esporre le bandiere europee il 21 marzo in occasione del voto per le Europee. Proposta che presenterà a Milano domani, nella stessa città in cui migliaia di persone hanno manifestato sabato contro il razzismo. C’è un unico filo? “Sono iniziative diverse, ma c’è un risveglio importantissimo che si somma al desiderio di cambiamento espresso dalla manifestazione di Milano. E anche l’esposizione orgogliosa delle bandiere europee rappresenta un altro passo verso una nostra necessaria coesione”. Il sindaco Sala ha detto che l’Italia può cambiare se segue l’esempio di Milano… “È sicuramente vero che Milano è in un momento di grande fioritura e che può essere un esempio trascinante per il resto dell’Italia. Non è certo un caso che la manifestazione, e con quel successo, si sia svolta a Milano”.