Più di 2.000 bambini nati e tassi di gravidanza che hanno raggiunto il 44%. Da quando si è stabilito nella nuova sede di via Maraini, sette anni fa, il centro di Medicina della riproduzione ProCrea di Lugano è cresciuto molto, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale per la cura dell’infertilità e la procreazione assistita al quale si sono rivolte quasi 3.000 coppie italiane. «La Medicina della riproduzione ha fatto passi da gigante e ProCrea ha anticipato i tempi adottando soluzioni e tecniche all’avanguardia per rispondere al desiderio delle coppie con problemi di infertilità di avere un figlio», premette il direttore del centro di Lugano Gian Piero Brunello. «Tutti i bambini nati sono la testimonianza che non solamente è importante coltivare i propri sogni, ma soprattutto è possibile realizzarli».
ProCrea, fondata nel 1998 è attiva nella nuova sede dal 2009, ha sei studi medici, due sale operatorie e i laboratori di genetica molecolare, laboratorio IVF e andrologia. «Negli anni abbiamo mantenuto la struttura all’avanguardia investendo in nuove tecnologie e in una costante formazione del personale migliorando le percentuali di successo delle terapie», aggiunge Brunello. «Oggi il 44% delle coppie riesce ad avere una gravidanza nei primi tre tentativi, sia con cicli a fresco sia con ovociti fertilizzati e crioconservati ottenuti nello stesso ciclo». La percentuale sale al 60% se si considerano le donne comprese nella fascia di età 30-37 anni. Considerando solamente il primo tentativo, il successo della terapia riguarda più di una donna su tre (35%).
«Sono dati che risentono del fattore età perché più passa il tempo e meno probabilità ci sono di andare incontro ad una gravidanza», spiega Cesare Taccani, specialista in Medicina della riproduzione di ProCrea. L’età di quanti si rivolgono a centri specializzati per la fertilità continua ad essere relativamente elevata. «Rispetto a qualche anno fa però, si è allentato il processo di innalzamento: oggi registriamo un’età media di circa 37 anni per le donne – 36,9 per la precisione – e poco meno di 40 per gli uomini», continua lo specialista.
I problemi di infertilità dipendono prevalentemente da fattori maschili. «Il 30% delle cause che impediscono una gravidanza è riconducibile alla condizione dell’uomo. Si tratta per lo più di una cattiva qualità del liquido seminale dettata solitamente da stili di vita non corretti e da infezioni non curate. Elevati sono anche i casi di assenza di spermatozoi per i quali è possibile fare ricorso alla microTESE o ad un donatore», aggiunge il medico. Nel 30% la causa è femminile. «L’anovulazione e l’endometriosi sono i principali ostacoli ad una gravidanza come la sterilità tubarica», aggiunge Taccani. In crescita il ricorso all’ovodonazione, una possibilità che abbiamo attivato grazie alla collaborazione con alcune cliniche italiane. C’è un altro 30% dei casi dove le cause sono riconducibili alla coppia e un 10% dove si parla di infertilità idiopatica, ovvero permane la difficoltà ad arrivare ad una gravidanza nonostante non siano riscontrate cause apparenti.
«L’evoluzione della diagnostica ci ha permesso di sviluppare percorsi mirati per i pazienti e innalzare il numero di gravidanze. La genetica ha aperto un ampio capitolo di studio e di ricerca nella Medicina della Riproduzione: analisi preimpianto e screening dei globuli polari consentono di individuare gli ovociti sani. Sul fronte maschile indaghiamo la qualità del seme maschile in modo più approfondito». I prossimi passi? «Ci sono ancora molti ambiti da esplorare perché una nascita non è il frutto di un calcolo matematico – conclude Taccani -. Avverare il sogno di una coppia è la nostra ambizione».
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