Al via al Quirinale, questa mattina, intorno alle 11, la cerimonia per la festa del Lavoro alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Presenti anche la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
"I sindacati – ha detto il capo dello Stato – non possono non moltiplicare i loro sforzi per sviluppare rapporti intensi con il mondo dei disoccupati e soprattutto dei giovani in cerca di prima occupazione, per vincerne l’isolamento e il possibile scoraggiamento, per scongiurarne l’esasperazione protestataria senza sbocco".
E’ necessario da parte di tutto “il massimo di reazione in termini di riforme e di politiche pubbliche, di impegno delle imprese e delle organizzazioni sociali, di iniziativa dal basso, individuale e di gruppo". "L’opposto, insomma, della rassegnazione, del fatalismo e anche dell’ordinaria amministrazione della pigra e lenta routine burocratica".
Per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione e del progresso sociale servono "anche in Italia ripensamenti non da poco nei nostri sistemi di garanzia del benessere e della protezione sociale". Napolitano ha aggiunto: "anche al fine di evitare che venga messo a rischio quel modello civile che nella seconda meta’ del ‘900 ha fatto dell’Europa un punto di riferimento mondiale".
Ancora troppi i giovani disoccupati: "si presta troppa poca attenzione" alla allarmante situazione della disoccupazione nel Mezzogiorno, soprattutto quella femminile e giovanile". “Dall’inizio della crisi – ha spiegato – il sud ha perso in termini relativi, rispetto al nord, il doppio dell’occupazione. E la disoccupazione giovanile e’ al 21% nel nord, al 27% nel centro e al 42,9% nel Mezzogiorno".
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