Susanna Camusso, leader della Cgil, dal palco del Primo Maggio, ha detto: dal governo Letta “abbiamo ascoltato” la necessità di ripartire dal lavoro, ma “i titoli non bastano, non bastano annunci e promesse. Ci sono stati sei anni di promesse e di provvedimenti opposti. Oa bisogna fare i provvedimenti giusti”.
Per Camusso “l’obiettivo vero, reale, di questo Paese oggi e’ rimettere al centro il lavoro e dare risposte al lavoro”. E’ più che mai necessario “fare una operazione vera di redistribuzione” del reddito e del lavoro. Il Paese “e’ attraversato da una crisi profonda. Bisogna ricostruire speranza e fiducia, solidarieta’ e rispetto”. E questo significa mettere via anche “il linguaggio della violenza, che non e’ un linguaggio neutro. Il linguaggio dell’odio e del razzismo che e’ stato usato nei confronti del primo ministro straniero” del governo, evidenzia Camusso. “Lo stesso linguaggio che e’ dietro la strage di tante donne”.
Dunque, chiudendo il suo intervento a Perugia, la leader Cgil spiega: “Da qui diciamo che il messaggio vero e’: non vogliamo piu’ dividerci, vogliamo riconoscerci e rispettarci”. Nella fase precedente “la rottura sindacale e’ aumentata quando si e’ pensato che eravamo tutti contro tutti, che c’era il nemico. Ora bisogna dare risposte al lavoro, dare certezze ai giovani, pagare gli ammortizzatori sociali, ripartire dalla solidarietà. Noi ci siamo, nelle piazze di tutta Italia, e quelli che vogliono ascoltarci ci ascoltino. Cambiare si puo’, cambiare si deve”. Camusso ha poi ricordato la manifestazione nazionale del 22 giugno proclamata unitariamente con al centro proprio il tema del lavoro, del fisco e delle soluzioni necessarie per uscire dalla crisi.
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