Dopo l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto al Parlamento di dotare l’Italia di una nuova legge elettorale prima possibile, la politica è in effervescenza. E guarda già alle possibili alleanze. Con Silvio Berlusconi e Matteo Renzi che tornano ad annusarsi.
Renzi, in corsa per la segretaria del Pd, si trova a una iniziativa a Pioltello, in provincia di Milano, quando, rispondendo a un giornalista, sottolinea: “Con quelli che sono andati via dal Pd è ovvio che noi non facciamo alleanze. Non perché hanno insultato me, ma perché hanno tradito migliaia di militanti e simpatizzanti. La gente non capirebbe se ci rimettessimo insieme, capirebbe che è per tre poltrone in più”.
Parole che non piacciono all’altro candidato alle primarie Pd, il ministro Andrea Orlando, che proprio sulla ricostituzione del centrosinistra basa la sua candidatura. “Quando e se si porrà questo tema io chiederò la convocazione di un referendum (nel popolo del centrosinistra, ndr) per chiedere se andare con Pisapia o con Berlusconi. Io tra Pisapia e Berlusconi scelgo Pisapia”.
A Orlando, da Porta a porta, ha replicato ancora Renzi: “Una cosa è se si dice Pisapia, ma se si scrive Pisapia e si legge D’Alema è un’altra cosa. D’Alema ha brindato il giorno delle elezioni, ha rotto il Pd, ha fatto quello che ha fatto”.
Contro Renzi anche l’antagonista, Michele Emiliano, secondo cui la vittoria di Renzi alle primarie Pd “sarebbe una sciagura per il Paese”.
Come vedete i toni da campagna elettorale ci sono tutti. E il Berlusca? Aspetta. Osserva in silenzio. Tifa sempre per una legge elettorale proporzionale, ma è pronto a ogni evenienza. Ma vuole vedere chi sarà a vincere le primarie. Se Matteo Renzi dovesse cedere sul premio alla coalizione, cosa a cui crede poco, bisognerà ricompattare il centrodestra, ovvero correre insieme a Lega e Fdi. In caso di premio alla lista, invece, il Cav sarebbe più tentato da una corsa solitaria piuttosto che da un listone unico. “Adesso è meglio aspettare l’esito delle primarie e vedere cosa ci diranno”, spiegano a palazzo Grazioli. Dopo, si vedrà.
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