Gli ultimi numeri Istat ci descrivono un Paese in cui diminuisce l’occupazione e in cui si registra un aumento concreto sia degli inattivi che dei disoccupati. Nei dati pubblicati a febbraio si evidenziava inoltre un aumento dell’1,5% delle persone in cerca di lavoro, una percentuale che potrebbe sembrare marginale, ma che si traduce in 34.000 persone in più a competere per una nuova occupazione.
Mentre l’intero Paese è in fascia arancione o rossa, con la serrata di tantissime attività commerciali e di servizi di ristorazione, non può stupire nemmeno l’aumentare della frustrazione di chi sta cercando una nuova occupazione. Come è noto non è sempre facile trovare un lavoro stabile, ma di certo questa pandemia, con tutte le restrizioni che ha richiesto e che continua a richiedere, non fa che rendere ancora più difficoltoso questo processo. Non bisogna però gettare la spugna, nemmeno di fronte all’aumentare delle persone disoccupate in cerca di lavoro.
«Sono molte le aziende che anche in questi giorni sono alla ricerca di nuovi collaboratori, e anzi, in alcuni campi propri nei mesi della pandemia c’è stato un forte aumento delle ricerche di personale» spiega Carola Adami, co-fondatrice della società di head hunting Adami & Associati.
«Penso ovviamente al settore sanitario, che continua ad avere bisogno di personale, dagli operatori di assistenza per le persone non autosufficienti in poi, ma anche alla GDO, nonché all’edilizia, grazie alla spinta delle forti detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che l’emergenza sanitaria ha accelerato nettamente la digital trasformation di molti settori, con un numero elevato di aziende alla ricerca di e-commerce manager, Data Scientist, Bim Specialist e via dicendo».
Sarebbe quindi sbagliato e del tutto controproducente perdere lo slancio. Molto meglio continuare a cercare, con pazienza e impegno.
«È fondamentale, nella ricerca di lavoro, avere metodo. Molto meglio mandare un solo curriculum vitae al giorno, rispondere a un solo annuncio di lavoro, ma farlo bene. Ecco quindi che il mio consiglio è quello di analizzare nel dettaglio l’annuncio, di studiare l’azienda che assume, di aggiornare e di perfezionare il curriculum vitae e di scrivere una lettera di presentazione ad hoc per quella singola candidatura» sottolinea Adami. Un curriculum vitae di qualità può dunque valere molto più di 10 CV inoltrati con minore attenzione: proprio per questo Adami&Associati offre una consulenza per la revisione e l’ottimizzazione del curriculum vitae, per avere la certezza di non vedere sfumare una possibilità lavorativa per degli errori o per delle mancanze formali.
«È necessario farsi trovare pronti e preparati per ogni passaggio dell’iter di selezione del personale. Non basta creare il curriculum vitae più efficace, è necessario anche prepararsi in vista dei colloqui di lavoro, sempre più spesso da remoto: è lì infatti che si gioca la propria assunzione, ed è in quello spazio che è bene mostrare i propri punti di forza», conclude la Adami.