“Mai prima d’ora abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto”. (Franklin Roosevelt)
“Il rimedio all’imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro è la facoltà di fare e mantenere promesse”. (Hannah Arendt)
“Il tempo ci insegna tante cose, meno come farne buon uso”. (Roberto Gervaso)
“Si è fatto tardi troppo presto”. (Dr Seuss, fumettista statunitense)
IL GOVERNO SI FARÀ ENTRO DUE MESI
La formazione del nuovo governo arriverà prima di quanto comunemente si pensi. Ammetto: forse è una delle mie temerarie scommesse che nascono, secondo alcuni lettori critici, per il gusto di sorprendere. Non è così, ho qualche fondato convincimento.
UNA SCOMMESSA CON GLI OPINION LEADERS
Aggiungo che ho scommesso una cena con il fior fiore degli analisti politici (che non mi hanno autorizzato a fare i nomi): sostengo che il governo si farà entro due mesi e mezzo al massimo, ovvero entro il 15 giugno. I miei (cinque) esperti competitori – opinion leader di riconosciuta fama – pensano invece che la crisi sarà assai più lunga.
BELL’AFFARE! UNA CENA CONTRO CINQUE?
È una scommessa perdente, la mia, fatta con evidenza per puntiglio: infatti, se vinco, vinco una cena; se perdo, ne pago cinque. Una scommessa da pollo, tanto per andare controcorrente e misurarmi contro la compattezza degli illustri commentatori. Ma quali sono i miei convincimenti?
IN SINTESI, LE MIE (MODESTE) IDEE
In sintesi, sono tre. Per prima cosa non credo alle “facezie” (così sono state definite), attribuite al Quirinale. Sergio Mattarella non farà come il suo predecessore Napolitano, che volle imporre le “sue” idee, prendendosi diritti che costituzionalmente non sono previsti per il presidente della Repubblica. Mattarella sarà imparziale, super partes: ha certo le sue idee, ma rispetterà quelle delle forze politiche.
VIVIAMO GIORNI INSIDIOSI, PREOCCUPANTI
Di grande importanza è la situazione italiana, molto grave sul fronte economico: favorire o consentire tempi lunghi sarebbe pericoloso. E questo Mattarella lo sa molto bene. Perdere tempo prezioso aumenterebbe l’insofferenza degli italiani verso la politica istituzionale. Esattamente – rabbia, scontentezza – ciò che ha determinato il successo, imponente, dei 5Stelle di Di Maio, e quello, molto netto, di Matteo Salvini all’interno della coalizione di centrodestra. Lungaggini, chiacchiere, ritorno al voto… Cui prodest?
E VENERDÌ COSA SUCCEDERÀ?
Infine: le posizioni in campo sono chiare, non dovrebbe essere complicato, per un personaggio lucido e realista come Mattarella, trarne le conclusioni. E cosa succederà? Secondo le ultime indiscrezioni, il Pd sarebbe sul punto di rientrare in gioco, per un’ ipotesi governativa. Ma non ci credo, penso che sarebbe un errore grave escludere i 5Stelle, il movimento vincente, o il centrodestra, la coalizione che si è affermata, per dare spazio a chi ha sonoramente perso.