Per la prima volta dalla sua fondazione, avvenuta 39 anni fa, il Premio Scanno assegna due riconoscimenti, quello per la Letteratura e quello della sezione Valori, dedicata a Riccardo Tanturri, ad una stessa persona: Dominique Lapierre, ex giornalista di "Paris Match", vincitore con il libro (edizione il Saggiatore) “India mon amour"; un uomo che, dal 1981, ha contribuito, grazie ai milioni di dollari ricevuti come diritti d’autore, a curare quattro milioni di indiani attraverso l’associazione la "Città della gioia".
Il libro vincitore è la storia di un legame profondo, lungo quanto una vita, racchiuso in pagine preziose che costruiscono più di un semplice romanzo autobiografico. E’ una vera e appassionata lettera d’amore in cui lo scrittore rievoca tutte le tappe più significative della sua relazione con quello che a ragione viene definito “il continente dell’anima”. Dai primi viaggi agli incontri con i personaggi che sono poi diventati protagonisti dei suoi romanzi, fino all’impegno umanitario che ha portato Dominique Lapierre a portare avanti numerosi progetti per aiutare la popolazione più povera dell’India. Dal Khyber Pass al Gange, dall’epopea di Gandhi alla tragedia di Bhopal, da madre Teresa di Calcutta ai lebbrosi di La Città della Gioia: è la storia d’amore tra Lapierre e l’India, scritta con un trasporto che ricorda, per molti versi, “L’odore dell’India” di Pasolini, ma senza quella ripetizione monotona di sequenze (“gli stagni, i villaggi, la giungla, le coltivazioni di miglio, le file di carretti coi bufali, gli stagni, i villaggi…”), con monumenti marmorei che si stagliano come corpi estranei; ma con una comprensione ed un trasporto rari per un autore occidentale.
Il Premio Scanno fondato da Riccardo Tanturri e’ dal 1972 che assegna riconoscimenti a personaggi di spicco del panorama italiano ed internazionale come Jeremy Rifkin, Gianni Letta, Michelangelo Antonioni, Vandana Shiva, Mario Draghi, Jose’ Saramago e Alberto Bevilacqua. Negli anni, atre sezioni si sono aggiunte: dall’Economia, al Diritto, dai Valori alla Medicina e all’Ecologia, attraverso momenti culturali come tavole rotonde, mostre e convegni. Nell’edizione di quest’anno è stato conferito, al poeta e critico romano Plinio Perilli, il Premio di Poesia, per il componimento dal titolo "L’Aquila, sorvolandosi" in cui, ha scritto la giuria: "dispiega la parola in un sentimento di ‘pietas’, scaturito come una sorgente, dal profondo del cuore, per le vittime, per le persone, per i monumenti, per la natura, per la storia dell’Aquila sepolta di macerie”.
Nella sua poesia, nero e bianco – luce e ombra – si alternano, si affrontano/si confrontano (e correlano): in una dialettica baluginante e umbratile che è l’unica possibile e praticabile in un luogo di macerie e di morte, ma che anche, tenta una sua resurrezione.
Perilli, classe 1952, ha esordito come poeta nel 1982, pubblicando un poemetto sulla rivista "Alfabeta", auspice Antonio Portoli. Come critico si è occupato principalmente di convergenze multidisciplinari e sinestesie artistiche, nonché dell’insegnamento della poesia ai giovani e nelle scuole.
Tornando ai Premi di Scanno 2011, quello per l’Economia è stato vinto da Alberto Quadrio Curzio, docente di Economia politica all’Universita’ Cattolica di Milano e vice presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei; mentre quello per la Medicina è andato a Giuseppe Novelli, professore di Genetica Medica presso la Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Roma "Tor Vergata". A Mario Caravale, preside e professore di Storia del diritto italiano della Facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Roma, è andato il premio della sezione Diritto e a Vittorio Emiliani, giornalista, scrittore e politico, quello per l’Ecologia. Nella sezione Musica, infine, e’ stato premiato il Quartetto di Sassofoni Accademia, per "l’intensa attivita’ concertistica svolta in oltre 25 anni di attivita’ nelle piu’ importanti sale da concerto di tutto il mondo”.
Soprannominato “il Nobel italiano”, il Premio Scanno comincia a far parlare di sé nel 1975, a tre anni dalla fondazione, quando Susanna Agnelli vince il premio per la narrativa con Vestivamo alla marinara. Nell’albo d’oro del premio si trovano i rappresentanti più illustri delle varie discipline e spesso è merito delle felici intuizioni di alcune giurie quello di avere riconosciuto e premiato l’opera di talenti emergenti. Grazie anche al contributo di sostenitori pubblici e privati che hanno da allora accordato fiducia a questa iniziativa, la manifestazione è ormai un appuntamento annuale, la cui notorietà ha varcato i confini abruzzesi per confermarsi, in questi anni, come uno degli eventi culturali italiani di maggior prestigio. Dopo la prematura scomparsa di Tanturri, avvenuta alla vigilia della trentesima edizione, il premio è stato a lui intitolato. A portare avanti l’opera della Fondazione, assicurandone la continuità della tradizione morale, culturale, sociale e scientifica, è Manfredi Tanturri de Horatio, figlio del fondatore.
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