Sandro De Nardi, docente di diritto costituzionale dell’Università di Padova, citato dal Correre del Veneto, a proposito della legge sulla cittadinanza, commenta: “Ritengo che la legge vigente che disciplina l’acquisto della cittadinanza presenti profili di incostituzionalità per l’irragionevolezza di talune previsioni. Ad esempio, richiede la dimostrazione di perduranti e solidi legami con il nostro Paese allo straniero nato e residente in Italia, mentre si limita a richiedere la dimostrazione di un mero legame di sangue a chi sia nato e risieda da sempre all’estero”. “In sostanza: è una legge annullabile” osserva il quotidiano.
In questi giorni il Correre del Veneto sta dedicando ampio spazio al tema della cittadinanza.
“Mentre migliaia di ragazzi nati qui da genitori stranieri non sono italiani fino al 18esimo anno (e poi devono aspettare i documenti per votare), centinaia di migliaia di stranieri già lo sono”, si legge.
“Un cittadino italiano che lo diventa iure sanguinis (per gli oriundi basta una discendenza, anche attraverso tre o quattro generazioni) acquisisce infatti non solo il passaporto (uno degli aspetti più ambiti dagli oriundi) ma ottiene i diritti di ogni cittadino italiano. Compreso il diritto di voto. Così – prosegue Il Corriere del Veneto – aumentano gli elettori della circoscrizione estero, passati dai 2,7 milioni del 2006 ai 4,7 milioni del 2022 e “se passasse il Premierato, i loro voti sarebbero determinanti per eleggere il presidente di un Paese in cui non hanno mai messo piede”.