Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, è intervenuto di recente sul tema della riforma del premierato. L’ex premier ha risollevato l’argomento del voto degli italiani all’estero proprio in occasione di un’eventuale elezione diretta del premier.
“Oggi gli italiani all’estero hanno poca rappresentanza, in Parlamento, ma con l’elezione diretta il discorso cambierebbe: per i sei milioni di italiani nel mondo varrebbe la logica dell’uno vale uno, una testa un voto”, ha dichiarato Amato, che poi ha sparato ad alzo zero contro il voto all’estero, descrivendolo come un meccanismo elettorale disastroso.
In effetti Amato, puntando ad affossare la riforma, ha indicato tre punti deboli, tra cui proprio quello legato al voto all’estero.
LEGGI TUTTO QUI PREMIERATO | Amato avverte: “Gli italiani nel mondo sarebbero decisivi, ma il voto all’estero è un disastro” – Italia chiama Italia
Abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente del MAIE per commentare le parole dell’ex presidente del Consiglio.
Presidente Ricardo Merlo, anche Amato, dopo alcuni costituzionalisti, lancia l’allarme: italiani nel mondo decisivi in un’elezione diretta del premier…
Non potranno evitarlo. Se la riforma passa, non c’è modo di togliere a una parte dell’elettorato il diritto di votare il premier. La questione è un’altra: esistono alcune forze conservatrici di sinistra che vogliono affossare la riforma e tentano di strumentalizzare il voto degli italiani all’estero per argomentare contro.
Perché insistono sul tema italiani all’estero e premierato?
Hanno bisogno di argomenti a qualsiasi costo per fermare una riforma democratica che darebbe agli italiani finalmente la possibilità di scegliere direttamente chi li governa. Finirebbero così finalmente i giochetti di palazzo. Il MAIE è assolutamente a favore di questa riforma.
Amato se la prende anche con il meccanismo elettorale con cui votano gli italiani nel mondo…
Prima di tutto bisogna dire che la partecipazione al voto all’estero è stata storicamente intorno al 30%, con l’80% degli elettori che votano i partiti tradizionali. Quale sarebbe il grande problema? Bisogna invece lavorare per mettere il voto all’estero in sicurezza, con una semplice riforma della legge elettorale. Per esempio, inserendo la cosiddetta inversione dell’opzione, ovvero il registro degli elettori. Ma anche solo pensare di non far votare i connazionali oltre confine a causa di un sistema che, in certe occasioni, può funzionare con alcune difficoltà, mi sembra una totale follia. Anche in alcune regioni italiane sentiamo spesso parlare di irregolarità nel voto: togliamo il voto a chi vive in certe zone d’Italia? Capisco che a certi settori conservatori della sinistra non piaccia la riforma del premierato, ma cerchino altri argomenti per esprimere il loro dissenso e lascino stare gli italiani nel mondo.
Come finirà?
Una volta passata la riforma, tutti noi italiani all’estero voteremo a pieno titolo il premier; una volta ottenuto il premierato, ci si occuperà della riforma della legge elettorale. A quel punto sarà troppo tardi per evitare che ogni italiano nel mondo valga un voto. La Costituzione italiana è la nostra più grande garanzia”.