Giuseppe Conte replica su ‘La Stampa’ alle polemiche per il nuovo decreto sulla Fase 2. “Non sono pentito – dichiara il presidente del Consiglio -. Io ho una grande responsabilita’ nei confronti del Paese. Non posso permettermi di seguire il sentiment dell’opinione pubblica che pure comprendo nelle proprie emozioni. La bussola che guida l’azione e le scelte del governo sono le valutazioni che hanno e devono continuare ad avere una base scientifica. E’ mio dovere attenermi a questa”.
“C’e’ una certa rigidita’ del comitato tecnico-scientifico, ma se c’e’ e’ sulla base della letteratura scientifica sui contagi che loro hanno a disposizione”, riconosce Conte, che continua: “Capisco il sentimento di frustrazione e di contrarieta’. Ma per capire la situazione che stiamo vivendo mi attengo a un esempio e a un semplice calcolo che riguarda la vita di tutti noi. Se un paziente solo, il famoso paziente uno, e’ riuscito a far esplodere un focolaio e a scatenare un contagio tale da obbligarci a chiudere l’intera Italia, riuscite a immaginare cosa potrebbe succedere con 100 mila casi positivi, quali sono quelli attualmente accertati? Senza contare che in questo momento sicuramente ci sono anche positivi non accertati”.