Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, rivolgendosi agli oltre mille studenti di Calabria, Sicilia, Campania e Puglia incontrati oggi nel primo appuntamento del “Legalitour”, presso l’Auditorium Teodato Labia dell’Istituto Zingarelli-Sacro Cuore a Cerignola (Foggia), tra le altre cose ha detto: “I giovani sono il terreno più fertile, l’humus più fertile per far crescere il malaffare, perché senza i giovani, senza il coinvolgimento dei giovani è chiaro che diventa difficile dispiegare appieno la potenza di fuoco della criminalità organizzata. E quindi è la vostra capacità, la vostra destrezza, la vostra intelligenza, il vostro talento che diventano destinatarie di particolare attenzione da parte di gruppi criminali”.
“Sono particolarmente orgoglioso di essere qui – ha raccontato il premier ai ragazzi – nella mia terra, di fronte a tanti giovani che trasmettono una forte voglia di cambiare le cose, dando anche sostanza con atti concreti a questo impegno, al segno della legalità, della inclusione, della voglia di rifiutare, della determinazione a rifiutare la criminalità è una cosa che mi colpisce molto”.
“Questa è la terra dove è nato mio padre che ha compiuto 90 anni qualche giorno fa. Era una famiglia di nove figli e lui è l’unico che è riuscito ad arrivare agli studi universitari con grandissima fatica – potete immaginare – e ha cercato di fare un percorso anche di riscatto sociale, personale”.
“Il fatto che oggi siete qui, che non sarete il loro esercito, che lavorerete per coinvolgere tanti altri vostri amici, amiche, compagni e compagne e farne altrettante sentinelle dell’Italia onesta, è un fatto che ci conforta, che ci dà forza, che ci consente di pensare che la mafia possiamo sconfiggerla facendole terreno bruciato intorno, cercando di sottrarle quella capacità di espansione che tradizionalmente riesce a esprimere”, ha proseguito il premier, ricordando che “qui Francesco Marcone nel 1995 fu ucciso dalla mafia”.
“Ancora a quanto mi risulta non c’è stata una sentenza di condanna passata in giudicato che ha individuato con puntualità ed esattezza chi sono i responsabili – ha proseguito – Parlando col figlio, ha ricordato che il papà gli diceva: guarda che lo Stato non è lì, lo Stato siamo noi, lo Stato siamo noi qualunque cosa tu faccia devi farla sempre nell’interesse della Nazione e dello Stato. Voi non dovete mai perdere questo percorso, questa linea che è una linea non solo giuridica, politica culturale e morale, è una linea che delle volte può costare qualche sacrificio però è una linea che una volta seguita vi rende veramente liberi dentro ed è impagabile da questo punto di vista”.