Giuseppe Povia, cantautore italiano, sulla proposta di legge della Lega che obbligherebbe le radio a trasmettere una canzone italiana ogni tre, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Non è sovranista, è più identitario come provvedimento. C’era già nel 2005 una proposta che arrivava da grandi nomi della musica italiana e che io avevo firmato, quindi qualcuno c’è arrivato prima della Lega. Proponevamo di passare il 50% di musica italiana in radio. Ma in ogni caso, le radio sono in gran parte aziende multinazionali, trasmettono ciò che vogliono in base agli scambi, quindi la musica italiana passerebbe comunque attraverso la raccomandazione, del tipo ‘ti do la metà delle edizioni delle mie canzoni e tu mi trasmetti’, oppure ‘ti do la percentuale sulla vendita dei dischi e tu mi trasmetti’. Addirittura ci sono radio che fanno anche produzioni complete, quindi spingono i loro artisti”.
“Ovviamente ci sono quei pochi brani che vengono trasmessi solo perché sono belli, ma tutto il resto della musica è business, è amicizie, è conoscenze dirette con gli editori”.
“Questa proposta è in linea con i discorsi della Lega: prima gli italiani, sicuramente agli italiani questa proposta può far piacere. A me piaceva ad esempio più quando in Serie A c’erano massimo 3 stranieri e il calcio era più bello. Secondo me quello che ha creato il caos è questo grande libero mercato esagerato senza pietà che contribuisce a cancellare le identità e quindi le tradizioni. Il ricco è più libero, il povero è meno libero, ma se questa cosa qui è diventata il dominio del mondo, il servo e il padrone sono dalla stessa parte. Quindi non puoi neanche lottare contro il mercato, puoi solo assecondarlo, servi e padroni ormai lottano per la stessa cosa”.
“Quando si parla di portare qualcosa di più italiano, in questo caso nella musica, dobbiamo fare i conti con un mercato parallelo, in questo caso digitale dove ormai i ragazzi attingono da itunes, da spotify perché ce l’hanno sul telefonino che tra l’altro arriva dall’estero. Quindi l’estero arriva con la piattaforma digitale. Ecco perché dico che il sovranismo non è soltanto il recupero della moneta, il sovranismo è soprattutto crescere i giovani attraverso le università per fargli studiare gli hardware, i software, le piattaforme digitali, perché altrimenti quelli che studiano al liceo classico si ritroveranno senza lavoro, senza nulla togliere al liceo classico”.
Sul caso Diciotti. “Non sussisteva neanche il problema, vedo una grossa perdita di tempo. Ovviamente non si dovrebbe bloccare una nave per giorni, però non vedo questo grande problema. Salvini doveva dare un segnale, visto che l’immigrazione è un tema a costo zero quello che ha sempre promesso cerca di farlo”.