Il parlamentare deve giustificare le spese per i portaborse, altrimenti 2 mila euro di rimborsi se ne vanno in fumo. Il vertice di senatori e deputati per mettere a punto il gran taglio dei costi della politica si è ridotto a chiedere un rendiconto delle spese e dei contratti stipulati per gli assistenti, ma soltanto per metà del budget. L’altra invece resta. Dunque dei 4.100 euro per i senatori e 3.690 per i deputati si risparmia solo in parte. L’obbligo di portare le carte per giustificare i soldi spesi scatterà dal prossimo primo marzo (e non dalla prossima legislatura come i parlamentari speravano) e così si potrà ottenere il “rimborso per l’esercizio del mandato”.
La procedura sarà questa: deputati e senatori dovranno presentare il contratto per il portaborse, ma anche “contratti di locazione nella sede del proprio collegio, quelli telefonici e altro genere di bollette”.
Per quanto riguarda le pensioni, il vitalizio è cancellato: non si torna indietro. Con l’adozione del contributivo da marzo, sulla linea del ministro del Welfare Elsa Fornero, le onorevoli pensioni si
agganceranno a quelle di prefetti e magistrati. Se indennità e diaria resteranno intatte, la nuova busta paga dei parlamentari sarà di 10mila euro netti.
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