“Puntualmente, di fronte ad una critica dura ma educata avanzata dal sottoscritto alle politiche del governo sugli italiani all’estero, arriva la solita replica sguaiata e offensiva di un dirigente del MAIE. Dopo Pinto e Petruzziello, adesso è di nuovo Gazzola a prestarsi al ventriloquo del MAIE che a rotazione utilizza i suoi uomini per disseminare fake-news e spargere veleni e cattiverie gratuite”. Replica così Fabio Porta, ex deputato Pd e oggi coordinatore Pd per il Sud America, al recente intervento di Mariano Gazzola, vicesegretario CGIE ed esponente di punta del Movimento Associativo Italiani all’Estero. Gazzola nella sua nota ha attaccato duramente Porta, definendolo tra le altre cose il padre della tassa di 300 euro sulla cittadinanza italiana.
“Fake-news, veleni e cattiverie” dunque, secondo Porta, quelle spacciate dal MAIE. L’ex onorevole spiega: “Cominciamo con le prime: non è vero che questo governo abbia stanziato i 50 milioni per la promozione della lingua e cultura italiana, né che sia stato questo il governo che per la prima volta dopo anni ha disposto la contrattazione di centinaia impiegati presso i consolati e nemmeno che siano stati i governi guidati dal Partito Democratico a chiudere alcuni consolati all’estero. Anzi, è vero il contrario”.
“I 50 milioni per la lingua e cultura sono stati stanziati dai governi del Partito Democratico, esattamente con la legge finanziaria del 2017 che ha istituito un fondo complessivo di 150 milioni per il triennio 2018-2012, dei quali 50 – appunto – per il 2019. Ed è stato sempre il governo del Presidente del PD Gentiloni a decidere l’assunzione di 300 nuove unità di personale al Ministero degli Esteri, per la prima volta (allora sì!) dopo anni di blocco di assunzioni. Quanto alle “chiusure” dei consolati, voglio ricordare che furono decise dal governo tecnico di Monti (sostenuto anche dal MAIE), mentre fu proprio il governo a guida PD di Gentiloni che deliberò la riapertura della nostra Ambasciata a Santo Domingo, successivamente inaugurata dal Sottosegretario Merlo”.
“A questo proposito voglio ricordare che, anche grazie al mio impegno personale e dei colleghi del Partito Democratico, nessun consolato è stato chiuso in Sudamerica, nonostante alcune chiusure erano previste dal piano presentato dal Ministro degli Esteri Emma Bonino (governo Monti).
Se oggi il Sottosegretario Merlo ha potuto inaugurare la nuova sede del Consolato di Recife è proprio grazie a quel mio impegno di allora, come gli amici del Comites di Recife ricorderanno bene; lo stesso posso affermare per i consolati di Maracaibo, Moron e Lomas de Zamora, anch’essi inseriti in quella lista”.
“E veniamo infine alla “madre di tutte le battaglie del MAIE”: il “fondo per la cittadinanza” istituito grazie ad un mio emendamento che prevede il trasferimento ai consolati del 30% di quanto ricavato grazie alla presentazione delle domande di cittadinanza ‘ius sanguinis’. Qui la confusione di Gazzola e degli amici del MAIE è grande e regna sovrana. Da una parte infatti continuano a condannarla e ad attaccarla, e qui non si capisce perché non si decidano una volta per tutte a eliminarla (visto che stando al governo potrebbero farlo benissimo!); dall’altra sono loro stessi a definirla “un capitale” per i Paesi del Sudamerica, come lo stesso Sottosegretario Merlo ha più volte dichiarato, ringraziando il PD per avere istituito questo contributo”.
“Ripeto: o il MAIE si impegna a togliere questo contributo o, se lo ritiene un “capitale”, si impegni a utilizzarlo bene e per la finalità per il quale è stato istituito, cioè l’eliminazione delle lunghe giacenze e il miglioramento dei servizi consolari”.
“Scusatemi – continua Porta, avviandosi alla conclusione – se ho fatto dei ragionamenti politici e non sono sceso nel campo delle offese. All’indomani della mia mancata elezione in Parlamento furono infatti proprio il Sen. Merlo e l’On. Borghese a manifestarmi la loro solidarietà contro i brogli avvenuti in Argentina e a lamentare la mia ingiusta assenza dal Parlamento; pensavo che anche l’amico Gazzola la pensasse così anche se, leggendo le sue dichiarazioni, devo purtroppo riconoscere che mi ero sbagliato. Ma è più forte di me; non ce la faccio a dire che oggi il CGIE “farebbe volentieri a meno di uno come lui”. Io continuo a rispettarlo, sono fatto così”.