“Tra le convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali che l’Italia ha stipulato ci sono quelle con il Qatar, il Bangladesh, l’Uzbekistan, lo Zambia, il Senegal, l’Oman, le Mauritius, il Kazakhistan, il Ghana, l’Etiopia, il Congo, la Costa d’Avorio, l’Azerbaijan, e persino con Trinidad e Tobago. Niente di male ovviamente. Ci saranno senz’altro state delle buone ragioni. Ed ovviamente più convenzioni ci sono, più diritti e doveri fiscali vengono regolati e rispettati. Ciò che è difficile capire è l’esclusione di importanti Paesi di emigrazione italiana, di lavoro e di attività economiche con l’Italia, come ad esempio il Perù, l’Uruguay e la Colombia”. Lo dichiara in una nota l’On. Fabio Porta, PD, deputata eletto all’estero nella ripartizione Sud America.
“Ho presentato perciò una interrogazione a risposta scritta ai Ministeri degli Esteri e dell’Economia e Finanze – prosegue Porta – per chiedere i motivi di questa incomprensibile esclusione e sollecitare l’avvio delle trattative. Il Perù, l’Uruguay e la Colombia sono Paesi dove operano centinaia di imprese italiane e vivono migliaia di nostri connazionali e tali Paesi sono da tempo impegnati pienamente nella prassi operativa con l’Italia a procedere a scambi di informazioni fiscali in funzione delle regole Ocse”.
“Nonostante ciò il Perù non è ancora, incomprensibilmente, incluso nella lista (“White List”) del Decreto 4 settembre 1996, e successive modifiche, dove vengono elencati periodicamente gli Stati con i quali è attuabile lo scambio di informazioni fiscali (mentre invece sia la Colombia con Decreto ministeriale del 9 agosto 2016 e l’Uruguay con Decreto ministeriale del 23 marzo 2017, sono stati inseriti in tale “White list”). A causa di questa esclusione i nostri connazionali residenti in Perù i quali producono reddito in Italia e sono tassati dall’Italia alla fonte non possono chiedere le detrazioni per carichi di famiglia sui loro redditi proprio perché risiedono in un Paese dove non è considerato attuabile lo scambio di informazioni fiscali (esclusione dalla cosiddetta “White List”) – situazione questa che ha creato una inammissibile disparità di trattamento con gli emigrati in altri Paesi convenzionati.
Inoltre – ho rilevato nella mia interrogazione – l’assenza di una convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni fiscali con il Perù, l’Uruguay e la Colombia non solo crea problemi di potestà impositiva e di doppia tassazione per le numerose collettività di emigrati, lavoratori e pensionati ma può compromettere e limitare anche l’avvio di attività economiche e finanziarie di imprese italiane, peruviane ed uruguayane che rischiano un’applicazione incerta o penalizzante di norme che se invece fossero regolate da una convenzione eliminerebbero le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio dei rispettivi residenti e contrasterebbero l’elusione e l’evasione fiscale.
Ho ricordato ai Ministeri interrogati che sia il Perù che l’Uruguay e la Colombia fanno ora parte dei 146 Paesi membri del Global Forum sulla trasparenza fiscale e sullo scambio di informazioni, con Segretariato presso l’Ocse, al quale il G20 ha affidato il compito di promuovere e monitorare l’effettiva trasparenza fiscale per quanto riguarda lo scambio di informazioni su richiesta (con l’emissione periodica di giudizi e rating sulla performance) e il nuovo standard unico globale di scambio automatico di informazioni fiscali a fini finanziari. Ho ricordato infine che proprio l’anno scorso l’Uruguay ha anche firmato la Multilateral Convention on Mutual Administrative Assistance in Tax Matters espandendo così la propria capacità di contrastare l’elusione e l’evasione fiscale internazionale e impegnandosi pienamente a procedere a scambi di informazioni fiscali in funzione delle regole Ocse (la Colombia lo aveva già fatto nel 2012).
In conclusione ho chiesto al Governo per quali motivi il Perù non è stato ancora incluso nella lista dei Paesi con i quali sono attuabili gli scambi di informazioni fiscali; per quali motivi i Ministeri interrogati hanno sottovalutato finora le ragioni di opportunità politica ed economica dell’inclusione nella suddetta “White List” del Perù e comunque della stipula di una convenzione contro le doppie imposizioni fiscali con Perù, Uruguay e Colombia. Infine ho chiesto nella mia interrogazione quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per accelerare e definire l’iter negoziale finalizzato alla stipula di un accordo contro le doppie imposizioni fiscali tra l’Italia e il Perù , tra l’Italia e l’Uruguay e tra l’Italia e la Colombia, e soddisfare così le aspettative e le richieste pressanti di cittadini e imprese al fine di eliminare le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio e stimolare così una ripresa dei rapporti economici e finanziari tra i due Paesi. Dobbiamo ora auspicare che le imminenti elezioni politiche e la prossima fine della legislatura non contribuiscano a “distrarre” le autorità competenti da obiettivi politici che vanno considerati prioritari”.
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