Soffia il vento al Maracanà e spegne la fiaccola che ha illuminato Rio per tutto il corso di questi ultimi Giochi Olimpici. Ora il testimone passa al Giappone che si prepara per Tokyo 2020. 17 giorni importanti non solo per il mondo dello sport. Tanti gli atleti che hanno trasformato i luoghi di gara in veri e propri palcoscenici da sfruttare per richiamare l’attenzione pubblica e per avvicinare quella porzione di mondo talvolta un po’ più sorda.
L’America Latina ospita molti nostri connazionali. Terminate le competizioni, ItaliaChiamaItalia ha voluto ascoltare la voce di Fabio Porta, deputato de Pd eletto nella ripartizione estera Sud America e Presidente del Comitato Italiani all’estero e promozione del Sistema Paese della Camera dei Deputati.
Onorevole, quale è stata l’impressione lasciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita in Brasile in occasione di questi giochi olimpici?
“L’arrivo del Premier ha destato grande entusiasmo in tutto il Sud America. La decisione di Renzi di incontrare la collettività italiana non era né prevista né scontata in quanto la sua presenza era legata esclusivamente alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Gli incontri sia a San Paolo che a Rio hanno dimostrato una grande disponibilità del Primo Ministro nei riguardi della rappresentanza italiana presente in America Latina”.
Dunque l’immagine che i nostri connazionali hanno in questo momento dell’attuale premier lascia sperare in un riscontro positivo nei riguardi del prossimo referendum?
“Senz’altro. A San Paolo Renzi ha anche incontrato il comitato per il Sì che è stato istituito da poche settimane e che è stato inaugurato proprio alla presenza dello stesso capo del governo italiano. Nei discorsi di San Paolo e Rio il Primo Ministro ha fatto riferimento alle riforme e allo sforzo del partito nel rendere quanto più possibile adeguate le istituzioni in vista delle prossime sfide del Paese. Bello anche il richiamo all’Italia da sempre ‘paese di migranti’. Quella stessa Italia oggi impegnata ad offrire aiuto e primo soccorso ai migliaia di sfollati che ogni giorno arrivano sulle nostre coste in cerca di un futuro. Tante le aspettative nei riguardi del governo, a Renzi riconosco anche il merito di restituire ai nostri connazionali un’immagine positiva del Bel Paese”.
Pensa dunque che il voto degli italiani all’estero possa avere un peso importante in vista della prossima “sfida costituzionale” lanciata dal premier?
“Sarà certamente importante e forse anche determinante per il referendum”, prosegue Porta a colloquio con Italiachiamaitalia.it. “In Brasile, ma nel tutto il Sud America come anche in altri paesi, ci sarà una prevalenza di voti favorevoli. Spesso i nostri connazionali all’estero si trovano davanti ad una lettura più semplice e più schematica dei fatti che esula da ogni condizionamento derivante dalle politica locale e dalle diatribe interne”.
Lei dunque si sta impegnando in prima persona nella campagna per il Sì?
“Sono attualmente impegnato in Brasile, ma sono stato anche in Argentina. Sto promuovendo comitati in tutto il Sud America. Sto tentando di spiegare ai nostri connazionali come il Sì possa rafforzare non solo l’Italia in generale, ma anche la posizione degli italiani nel mondo. Inoltre, vorrei ricordare che il superamento del bicameralismo, anche alla luce delle esperienze passate, renderebbe più agevole l’approvazione di alcune norme che riguardano noi italiani all’estero. Certamente il referendum rappresenta per tutti noi un momento importante nei confronti del quale la sensibilità e la partecipazione sono palpabili”.
L’ex sindaco fiorentino si impegnerà anche a devolvere ai consolati italiani all’estero i 300 euro derivanti dalla tassa da pagare per fare richiesta di cittadinanza italiana?
“Questo risultato nasce da una petizione popolare che ha raccolto più di 5mila firme e che io stesso insieme a diversi connazionali ho sostenuto sin dal principio. Noi auspichiamo che i proventi ricavati dalla tassa sulla cittadinanza possano essere dedicati all’incremento dell’efficienza dei servizi consolari. Per la prima volta un primo ministro si è dimostrato così attento a questa tematica”.
Mi piacerebbe chiudere però riprendendo con le Olimpiadi. Cosa pensa possano aver lasciato al Brasile sia dal punto di vista economico sia sotto il profilo socio-culturale?
“Penso che le Olimpiadi rappresentino una scommessa vinta nonostante una situazione politica-istituzionale ed economica difficile. Il Brasile ha forse ritrovato quell’orgoglio e quell’ottimismo che da sempre lo hanno contraddistinto. Anche le medaglie delle ultime due giornate hanno sicuramente profilato un’immagine positiva e vincente di questo paese”.
Tornerà presto in Brasile?
“A settembre certamente riprenderò sul campo la campagna in vista dell’imminente referendum, senza dimenticare ovviamente le molteplici attività in programma da destinarsi alla nostra collettività”.
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