Concordo con quanto scritto da Marco Zacchera circa il ponte sullo Stretto di Messina.Coloro che non vogliono che tale opera sia costruita sono gli stessi che per anni hanno affossato l’autostima dell’Italia nel mondo. Questa è la verità.
In altri Paesi si sono costruiti ponti sospesi e in condizioni particolari. Penso, per esempio, agli Stati Uniti e al Giappone, Paesi nei quali ci sono anche delle faglie importanti. Eppure, quei ponti sono ancora in piedi. Penso anche ai ponti sul Bosforo. Mi risulta che anche Istanbul (l’antica Costantinopoli) sia zona sismica.
Dunque chi, per esempio, dice che il ponte sullo Stretto di Messina non si possa fare perché c’è rischio sismico non fa altro che accampare una scusa per non fare nulla.
Certamente, in Calabria e in Sicilia debbono essere fatte anche altre opere. Basta pensare alle ferrovie, le quali sono a binario unico. Pensiamo anche alle autostrade, come la A20 Messina-Palermo, che deve essere ristrutturata. Sono il primo a dire ciò, conoscendo l’autostrada in questione. Però, una cosa non può escludere l’altra. Ergo, la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina non esclude l’ammodernamento e messa in sicurezza delle opere presenti.
Il Mezzogiorno ha bisogno di infrastrutture efficienti. Devono essere resi efficienti anche i collegamenti tra il continente e la Sicilia. Per anni, ci sono stati coloro che dicevano di non fare nulla perché altrimenti ci sarebbe stata una catastrofe o il giudizio di Dio. Coloro che dicevano queste cose erano gli stessi che parlavano male dell’Italia all’estero. Queste persone fanno così tuttora. Vogliamo un’Italia forte e in grado di dire la sua in Europa (e non solo) o un’Italietta che si limita ad obbedire a ciò che dicono altri e che è scarsamente competitiva?