Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera strategica. Tra Villa San Giovanni (in Provincia di Reggio Calabria) e Messina vi sono solo 3 km di distanza. Questa è l’ampiezza, nel suo punto più stretto, di quel braccio di mare che separa la Calabria dalla Sicilia. Dunque, per quale motivo un’opera del genere non si potrebbe fare?
In altri Paesi, come Giappone e Stati Uniti d’America, opere simili ci sono e non mi pare che ci siano tante proteste. Coloro che si oppongo alla realizzazione di tale opera dicono: “Bisogna pensare alle infrastrutture esistenti”. Che si debba pensare alle infrastrutture esistenti è ovvio. Noi abbiamo delle infrastrutture che sono in pessimo Stato. Mi vengono in mente il ponte sul Po che collega Bagnolo San Vito a San Benedetto Po, qui in Provincia di Mantova, e l’Autostrada A20 Messina-Palermo. Il primo è da tempo in uno stato pietoso e deve essere rifatto e la seconda ha viadotti e gallerie con problemi di staticità. Noi abbiamo varie infrastrutture in condizioni veramente pietose.
Pensiamo alle autostrade liguri, alla superstrada E45 (o Strada Statale 3 bis Tiberina) e alle già citate autostrade siciliane. Ci sono anche delle grandi incompiute come l’Autostrada A33 Cuneo-Asti. Certamente, si deve pensare anche a queste infrastrutture. Però, una cosa non esclude l’altra.
Il manutenere o completare le infrastrutture oggi esistenti non significa non fare nuove opere importanti. Dunque, non c’è nulla di sbagliato nel progettare nuove opere che serviranno all’interesse di tutti noi.