Michele Schiavone, segretario generale del CGIE – Consiglio generale degli italiani all’Estero, affronta in una nota il tema del voto degli italiani nel mondo. “La sentenza del Tribunale di Venezia sulla presunta incostituzionalità della procedura che regola il voto degli italiani all’estero era attesa da tempo e, quindi, arriva in un momento delicatissimo della vita politica italiana, ovvero, durante la fase preparatoria del voto per corrispondenza a cui stanno lavorando a tambur battente le Ambasciate italiane nel mondo”.
“La notizia del ricorso era conosciuta da tempo e, perciò, non desta nessun clamore. La tempistica, tuttavia, è inconsueta – osserva Schiavone -, perché oggi rischia di creare dubbi e polemiche nell’intera Circoscrizione estero, mettendo in discussione la legittimità del voto di oltre cinque milioni di cittadini, ai quali la nostra carta costituzionale riconosce il diritto di rappresentanza nei due rami del Parlamento, integrandoli de facto nell’elaborazione e nelle decisioni delle leggi nazionali. Invece, giustamente, questo è il momento per potenziare l’informazione, per la presentazione dei programmi elettorali dei vari partiti e per coinvolgere consapevolmente il maggior numero possibile di elettrici ed elettori nelle scelte, condizione effettiva per affermare la giustezza del voto all’estero”.
“Da tempo – prosegue il segretario generale del CGIE – le forze politiche nazionali italiane sono state sollecitate dagli organismi di rappresentanza delle comunità italiane all’estero, ed in primis dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, a porre i correttivi necessari alle procedure elettorali, affinché fossero garantiti chiaramente i principi contenuti nell’articolo 48, comma 2 della Costituzione, che stabilisce i requisiti e le modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all’estero e ne assicura l’effettività”.
“All’ultima Assemblea plenaria del CGIE del novembre scorso, sono state presentate e ribadite al Ministero degli Esteri, che unitamente al Ministero dell’Interno gestisce l’intera partita elettorale, diverse proposte correttive e migliorative dell’iter elettorale, proprio per scongiurare i problemi evidenziati nell’applicazione della legge 459/2001 e, perciò, rispondere con una normativa efficace e trasparente alla campagna di stampa negativa che da tempo ha preso di mira la legittimità del voto all’estero”, ha sottolineato il segretario generale del Cgie”.
“Il voto all’estero, come avviene in altri paesi che lo contemplano con convinzione e applicazione, non può non essere che per corrispondenza e deve garantire i principi di segretezza, di libertà e di uguaglianza espressi esclusivamente dal cittadino titolare del diritto. Auspichiamo che da parte del MAECI e del Ministero dell’Interno, già in occasione delle imminenti elezioni politiche, vengano applicate le proposte migliorative avanzate al Governo e alle Istituzioni competenti”.
“Si ricorda – scrive in conclusione Schiavone – che con il riconoscimento del diritto di voto ai cittadini italiani all’estero l’Italia ha sanato un ritardo costituzionale durato mezzo secolo; questi nostri cittadini hanno acquisito diritti e doveri che li riportano nel solco della famiglia italiana allargata responsabilizzandoli e integrandoli nel sistema paese, cancellando di fatto differenze e distinguo”.