Le elezioni si avvicinano e il mondo degli italiani all’estero guarda a Roma con grande attenzione, in una nervosa attesa che sembra non finire mai.
Il giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le Camere i politici entreranno in fibrillazione. Lo sanno i 18 parlamentari eletti all’estero uscenti, lo sanno molto bene anche i tanti, tantissimi candidantropi, pardon, candidati che punteranno a togliere la poltrona a coloro che l’hanno occupata negli ultimi anni. Non sempre degnamente.
La sfida sarà certamente interessante, ci sono tutti gli ingredienti per una bella campagna elettorale, effervescente al punto giusto, non priva di sorprese.
I partiti tradizionali litigano tutti i giorni, su tutto. A destra, come a sinistra, si affannano a presentare coalizioni, ma sono sempre più divisi al loro interno e questa legge elettorale sembra fatta apposta per allontanarli ancora di più. Ciascuno per sé, poi si vedrà? Eppure le divisioni non hanno mai giovato alla governabilità. Rimpiangeremo il maggioritario?
ALMENO TRE PROFILI DI CANDIDATO
Lasciando fuori gli uscenti, oggi come oggi all’estero esistono almeno tre profili di candidato. C’è chi ha chiaro in mente da tempo i propri obiettivi e ha iniziato a muoversi in tempi non sospetti, quando tutti gli altri stavano fermi; chi ha fatto questo è stato intelligente e lungimirante e siamo convinti che raccoglierà i frutti del proprio lavoro.
C’è poi il candidato che si sta svegliando adesso, a un mese dallo scioglimento delle Camere: è nervoso, si rende conto di essere in ritardo sulla tabella di marcia, ha fretta di recuperare il tempo perduto e lo fa in maniera assai isterica e scomposta, senza ordine alcuno, senza seguire un progetto ma facendosi guidare – sostiene – dal proprio istinto. Il guaio, per lui, è che sono davvero molto pochi i politici dotati del terzo occhio. Così, di solito i candidati che hanno questo profilo sono destinati al fallimento, a meno che non abbiano dietro di sé un’ottima squadra di collaboratori esperti in strategia di comunicazione e, magari, fake news dell’ultim’ora. Gli elettori hanno acquisito gli anticorpi per difendersi?
E poi c’è quel candidato che, ancora oggi, persino con la certezza della data del voto, resta sulla riva del fiume a guardare. Non si è mosso finora. Non ha intenzione di farlo adesso. Osserva, per la maggior parte del tempo in silenzio, ciò che accade fuori dalla sua finestra. Spesso questo profilo di candidato fa il doppio, triplo gioco. E’ falso, non guarda all’interesse generale, ma al suo. Il suo obiettivo è soltanto la poltrona, che pensa di ottenere con sforzo minimo. In questo caso la Storia dimostra che candidati del genere hanno sempre fallito.
SEGGIO IN PARLAMENTO ASSICURATO
Naturalmente esiste anche chi è già certo di sedere in Parlamento anche al prossimo giro. Tra gli eletti all’estero, l’unico ad avere una poltrona assicurata anche nella prossima legislatura è l’On. Guglielmo Picchi, che i lettori di ItaliaChiamaItalia hanno imparato a conoscere negli anni.
Il deputato leghista, in Parlamento dal 2006, eletto per ben tre volte di seguito nella ripartizione estera Europa, nel 2018 sarà candidato in Italia, in un posto sicuro. Non solo: se dovesse vincere il centrodestra, potrebbe arrivare persino ad avere incarichi di governo. Non è fantapolitica, così stanno le cose.
L’onorevole toscano è spesso in contatto diretto con Salvini, crescono le sue quotazioni all’interno del Carroccio. Ha previsto il declino – rispetto ai numeri del passato – di Forza Italia e del berlusconismo, mettendo a diposizione di via Bellerio tutta la propria esperienza e tutte le proprie capacità. Di Guglielmo Picchi chiunque può dire ciò che vuole, ma non che non abbia giocato un’ottima partita politica.
IL CAVALLO DI RAZZA, QUELLO DA TIRO, IL BROCCO
Un battito di ciglia e comincerà la corsa dei cavalli: al nastro di partenza il purosangue, il cavallo di razza, quello da tiro, il brocco. Renzi che vuole dimostrare di non essere stato soltanto una meteora, Berlusconi che punta a quello spirito del ’94 che tuttavia, dopo un quarto di secolo, temiamo sia ormai andato per sempre; Salvini, che si sente già premier, vuole incassare e dimostrare a tutti, prima ancora che a se stesso, di essere diventato grande. Ci saranno, naturalmente, anche tante facce nuove, che arriveranno dal mondo della cultura, delle libere professioni, dell’impresa. E poi i soliti novellini inesperti e incapaci che il blog di Grillo riuscirà a candidare con un pugno di voti sulla rete.
All’estero è il Movimento Associativo Italiani all’Estero che si propone come la vera alternativa. Anche il presidente del MAIE, Ricardo Merlo, vuole incassare. Ha lavorato a pieno ritmo durante tutti gli ultimi anni, con la sua squadra di collaboratori ha organizzato intorno al mondo incontri e congressi, manifestazioni e riunioni, sempre a stretto contatto con i connazionali. Ha investito tempo e denaro. Non è un segreto per nessuno: Merlo punta al governo. “Vinceremo in Sud America, come sempre, e questa volta in Nord e Centro America prenderemo deputato e senatore”, continua a ripetere ai suoi, “anche in Europa abbiamo buone possibilità, mentre stiamo studiando il caso Australia”. Che vinca il migliore.
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