Basilio Giordano ci riprova. Nostalgia del Parlamento?
No, nostalgia di poter rappresentare di nuovo la mia gente, gli italiani all’estero, in Parlamento. Nella XVI Legislatura (2008-2013) ho iniziato un certo lavoro nei confronti degli Italiani nel mondo. Nel 2013, anche se risultato il più votato, non ce l’ho fatta a ritornare a Palazzo Madama. Questa è la terza volta: forse è la volta buona per andare a completare il lavoro lasciato a metà.
Già Senatore della Repubblica, ora corre per la Camera dei Deputati. Come mai questa scelta?
Non è una mia scelta, ma del Centrodestra, e segnatamente di Forza Italia. L’importante è non tradire il mandato ricevuto dal partito e da chi ci vota; lavorare seriamente per gli italiani nel mondo, risolvendo quei piccoli-grandi problemi che abbiamo noi italiani residenti all’estero.
È stato senatore del PdL, ora è candidato con la lista “Salvini-Berlusconi-Meloni”. Ma lei chi rappresenta dei tre?
Io sono candidato in quota Forza Italia. L’importante, però, è che a vincere sia innanzitutto la nostra lista, che si presenta unita e compatta. Poi alla Camera vi sono quattro candidati della coalizione di centrodestra, ma uno solo sarà eletto, cioè colui o colei che raccoglierà più voti.
Berlusconi e Salvini a volte sembrano cane e gatto. Sarebbero davvero capaci di governare insieme l’Italia?
Sono le due facce di uno stesso elettorato: capace di capire, ma anche deciso a cambiare in fretta le cose. Si, sono convinto che saranno capaci di governare l’Italia. I tempi sono ormai maturi. Le cose da fare sono tante, e le faranno insieme, uniti e decisi.
Nella sua lista è candidata alla Camera anche Fucsia Nissoli, deputata uscente. E’ entrata da poco in Fi, dopo avere sostenuto per tutta la legislatura governi di Pd. Non teme che possa allontanare gli elettori?
È un rischio che Forza Italia ha deciso di prendere. Sono certo che Nissoli riuscirà a portare bei voti alla nostra lista. Da lì poi ad essere rieletta alla Camera è tutto da vedere. Nel programma del Centrodestra, comunque, c’è la volontà di introdurre il ‘vincolo di mandato’ per gli eletti al Parlamento Italiano. E io, su questo punto, sono stato coerente e fedele già nella XVI Legislatura. E così continuo.
Ci parli di lei, senatore. Cosa ha fatto negli ultimi cinque anni?
Ho fatto l’editore del giornale “Il Cittadino Canadese”, ho partecipato agli eventi importanti della Comunità, ho dato la mia disponibilità incondizionata a coloro che mi hanno chiamato o incontrato e sono stato sempre vicino e leale al mio partito, Forza Italia, con i cui vertici ho sempre mantenuto rapporti molto stretti e cordiali.
L’ultima volta non è riuscito a entrare in Parlamento, pur avendo raccolto molte preferenze personali. Perché nel 2018 le cose dovrebbero cambiare?
Nel 2013 sono stato il più votato tra tutti i candidati in lizza, ma il nostro partito – PDL – non ce l’ha fatta per diversi motivi. La nostra lista era più debole di quella di oggi; poi c’era una congiuntura difficile e si era in piena crisi; il nostro Presidente, Silvio Berlusconi, era mal visto e criticato dalla maggior parte della stampa italiana ed estera; lo spread era ai livelli più alti; ed il capo del governo del tempo, Mario Monti, si presentava come il Salvatore della Patria. Sono convinto che per alle prossime elezioni la nostra lista farà molto bene in Nord e Centro America.
Quali sono le sue principali proposte agli italiani nel mondo?
Riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana; digitalizzare i servizi consolari; migliorare l’assistenza sociale degli anziani all’estero; incrementare i fondi per la cultura e la lingua italiana; sostenere il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali italiani all’Estero; promuovere il ‘Made in Italy’; modernizzare il palinsesto di ‘Rai Italia’; creare un ‘think tank’ di studenti e ricercatori di più recente immigrazione. Conto di portare avanti questi punti, se eletto alla Camera dei Deputati.
Sta già organizzando la sua campagna elettorale? Girerà il territorio, incontrerà i connazionali?
La campagna elettorale è già a pieno regime dal 1º febbraio. Farò quello che ho fatto nelle altre due precedenti elezioni, incontrando connazionali ovunque sarà possibile, nella nostra ripartizione, che va dall’Alaska al Panama. I luoghi e le date saranno resi pubblici nei prossimi giorni. E dove non potrò arrivare fisicamente, arriverò con i moderni mezzi digitali grazie all’aiuto di uno staff specializzato. Così da creare un filo diretto con i concittadini, soprattutto tra le nuove generazioni, che possa continuare anche dopo il voto.
Berlusconi è sempre stato contrario agli italiani nel mondo. Il Sen. Pessina, in una recente intervista rilasciata a ItaliaChiamaItalia, ha assicurato che il Cavaliere ha cambiato idea. Lei ci crede?
Sugli Italiani nel mondo, il Presidente Berlusconi non ha mai cambiato idea, è stato sempre e indiscutibilmente pro-italiani nel mondo, tanto da istituire un ‘ministero ad hoc’ e nominandone Mirko Tremaglia Ministro. Berlusconi non sottovaluta affatto la grande risorsa che gli italiani nel mondo rappresentano per l’Italia. E noi glielo ricorderemo ogni giorno in Parlamento.
Da tempo opera nel settore dell’editoria. Qual è lo stato dell’informazione italiana nel mondo, oggi?
Direi che la situazione dell’editoria italiana all’estero è più viva che mai. Vi sono meno testate del passato, ma vi è più qualità e più informazione che riguarda le attività delle nostre Comunità. Fare un giornale, una radio o una televisione fuori d’Italia è difficile, ma in cambio dà enormi soddisfazioni.
Residente in Canada, ma di origine calabrese. Non le secca un poco candidarsi in una lista con dentro il nome “Salvini” con tutto quello che la Lega ha detto sui meridionali “terroni”?
Niente affatto. La Lega non è più la Lega Nord di un quarto di secolo fa. E Salvini non è Bossi. I tempi sono cambiati e la Lega pure. Salvini vuole fare della Lega un partito nazionale moderato e liberale che va dalle Alpi alla Sicilia.
Qualcuno sostiene che in Nord e Centro America, ripartizione estera in cui la maggior parte degli elettori sono siciliani, calabresi, campani… votare una lista con dentro “Salvini” per molti elettori del Sud sarà assai difficile. Lei che ne pensa?
Salvini, che ho avuto modo di conoscere bene, non è assolutamente razzista ed è un leader preparato che ha fatto un accordo chiaro e puntuale con Berlusconi e la Meloni per governare l’Italia. La gente prima di votare dovrebbe leggere i programmi dei partiti e conoscere i loro leader, lasciando da parte i pregiudizi e le notizie false e pretestuose.
In conclusione, perché un elettore del Nord e Centro America dovrebbe votare la lista “Salvini-Berlusconi-Meloni” e scegliere Basilio Giordano alla Camera?
Bisogna votare la lista di Centrodestra di Salvini, Berlusconi e Meloni perchè é l’unica che può formare il prossimo governo. Al suo interno ci sono tutte le potenzialità e le caratteristiche di una formazione cristiana, liberale, democratica: una formazione che rappresenta i moderati italiani, dentro e fuori Italia; che ha a cuore la creazione di lavoro, l’abbattimento delle tasse, una giustizia giusta, la sicurezza dei cittadini, pensioni minime raddoppiate. Tutto questo, e molto di più, c’è nel programma del Centrodestra. E Berlusconi ne è il garante.
Scegliere Basilio Giordano alla Camera dei Deputati non è una scommessa, ma una garanzia, vuol dire scegliere l’esperienza, la responsabilità, la coerenza e la lealtà. Chi ha già dato prova di serietà e di presenza, in aula e in Commissioni; chi si è fatto promotore di proposte di leggi e cofirmatario di altre decine, è un parlamentare che riprende a lavorare per gli italiani nel mondo. Nei primi cinque ha conosciuto il mondo parlamentare, nei prossimi cinque saprà portare in Centro e Nord America risultati certi e concreti.