“Silvio Berlusconi candida persino i traditori mentre lascia a casa me che ho unito le due Coree. Sono inadatto? Non sarei il solo. Ce ne sono centinaia che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera. Io sono lì sempre al lavoro”. Antonio Razzi in un’intervista a Repubblica si sfoga così, quando capisce che il Cavaliere non vuole ricandidarlo.
Razzi è molto infastidito, anche perché nessuno lo ha avvisato: “Ci vorrebbe almeno un po’ di educazione…”. E continua: “Ho lavorato per il bene del partito, per il bene degli italiani. E non ho fatto uno sbaglio. Ho rappresentato come nessun altro il partito all’estero. Silvio Berlusconi alla grande l’ho rappresentato”. “Gli atleti delle due Coree sfileranno insieme alle Olimpiadi, a quel dialogo modestamente ho contributo pure io”.
Parlando a Radio 24, poi, Razzi ribadisce: “Se candidano i traditori, persino chi ha votato per farlo uscire fuori dal Senato… questa è la fine del Parlamento. Vuol dire che una cosa del genere fa schifo, me ne voglio andare, non lo voglio neanche più vedere”.
“Forse sono troppo popolare e questo dà fastidio”, ragiona Razzi. “Ghedini era mio compagno di banco – spiega – l’ho incontrato alla Posta del Senato e gli dissi che volevo ricandidarmi. Lui mi rispose se non ricandida te, non candida nessuno. Per me la parola è un contratto”.