Sul Sole 24 Ore focus sulle università italiane che guardano all’estero.
“L’internazionalizzazione sembra tornata in cima ai pensieri delle università italiane. Non passa settimana senza che un ateneo di casa nostra annunci un accordo o una partnership con una realtà straniera. Vuoi, come è accaduto negli ultimi giorni, per inaugurare un centro di cooperazione tra Bergamo e la Lettonia oppure per insediare un ufficio a Kyoto, come farà a luglio il Politecnico di Torino, o ancora per aprire una propria sede nella capitale dell’Uzbekistan (Tashkent), come si appresta a fare Pisa. Tre esempi recenti di una tendenza che ormai va avanti da anni e che può trovare adesso una nuova spinta nel Pnrr”.
Con il Piano di ripresa e resilienza si investono 160 milioni nella Transnational education (Tne), si legge sul quotidiano economico, “che prevede la nascita di dieci centri permanenti di alta formazione all’estero da realizzare entro il 2026 grazie a una collaborazione tra il ministero dell’Università e quello degli Affari esteri. In attesa che i tempi per la loro introduzione maturino (si parla di due mesi, ndr), i compiti del Mur in materia di internazionalizzazione non si esauriscono qui. Per assistere i nostri atenei – e le Afam – nella loro voglia di estero il dicastero guidato da Anna Maria Bernini sta pensando a un vademecum con tutte le informazioni utili per istituire una sede oltreconfine. Chiarendo, ad esempio, che sul punto la disciplina da rispettare è fissata dal combinato disposto del decreto ministeriale 289/2021, allegato 4 lettera D, sulla programmazione triennale e del Dm 1154/2021 sull’accreditamento dei corsi di studi”.
“A oggi nessuna realtà statale potrebbe proporre agli studenti stranieri di iscriversi a un corso di laurea all’estero e conseguire un titolo valido in Italia. La prima a riuscirci potrebbe essere Pisa che sta costruendo in Uzbeskistan, grazie a una collaborazione con la locale University of geological sciences, una laurea triennale in Geologia, con 60 studentesse e studenti che stanno già frequentando l’anno propedeutico in vista della prossima immatricolazione. Affinché possano farlo è necessario però che arrivi l’accreditamento dell’Agenzia di valutazione Anvur. Le strategie per internazionalizzare la didattica e la ricerca possono essere le più varie. Sempre all’Uzbekistan guarda il Politecnico di Torino che nel 2009 ha istituito il Ttpu (Turin polytechnic university in Tashkent) insieme all’Uzavtosanoat (il gruppo automobilistico statale uzbeko), alla General Motors e al ministero dell’Università uzbeko”.