I bebe’ cresciuti nel grembo di una mamma che si tiene troppo a ‘stecchetto’ e segue una dieta povera, sono piu’ a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 da grandi. Per questo non devono essere alimentati male nel pancione. E oggi si conosce anche il meccanismo che porta a questa estrema conseguenza. Lo ha scoperto un team di ricercatori finanziati dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council.
Il loro lavoro, pubblicato sulla rivista ‘Cell Death and Differentiation’, potrebbe portare a nuovi metodi per identificare le persone che sono piu’ a rischio di sviluppare malattie legate all’eta’ e appunto il diabete di tipo 2 e potrebbe anche permettere di individuare nuovi bersagli per le terapie, spiegano gli esperti.
La squadra di scienziati dell’universita’ di Cambridge e dell’Unita’ di tossicologia del Medical Research Council presso l’universita’ di Leicester, hanno dimostrato, sia nei ratti che negli uomini, che i soggetti che sperimentano una dieta povera durante la vita nel pancione sono meno in grado di immagazzinare i grassi correttamente in eta’ avanzata. L’accumulo dei grassi nella parte destra del corpo e’ importante perche’ il rischio e’ che si depositino in punti come il fegato e i muscoli, dove e’ piu’ facile che portino allo sviluppo di malattie. "Una delle strategie che il nostro corpo mette in atto per gestire una dieta moderna occidentale (ipercalorica) – spiega Anne Willis dell’Unita’ di tossicologia del Medical Research Council nell’universita’ di Leicester – e’ di accumulare le calorie in eccesso nelle cellule adipose. Quando, pero’, queste cellule non sono in grado di assorbire questo surplus, allora i grassi si depositano in altre sedi come il fegato, dove sono molto piu’ pericolosi e possono aprire la strada al diabete di tipo 2".
Discussione su questo articolo