Pippo Baudo, poco dopo aver compiuto ottant’anni, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Diverse le tematiche affrontate da Pippo Baudo nel corso della sua intervista. Il popolare volto televisivo ha fatto il punto sui suoi ottant’anni: "Una fotografia dei miei ottant’anni? Sarebbe molto lunga e molto grande, una panoramica di cose che mi hanno accompagnato, tutte belle. Rimane questa cronaca felice di una carriera che è stata bella, non per essere presuntuoso":
Sulla tv italiana: "E’ in un momento di crisi generale. L’arrivo di questi format stranieri ha danneggiato la nostra televisione. Quando c’ero io non si pensava di importare format stranieri ma si faceva tutto in proprio e gli stranieri ci invidiavano molto. Poi purtroppo sono arrivati questi format che non hanno niente di italico, sono adattabili a ogni paese e abbiamo perso ogni originalità. Bisogna anche riconoscere che c’è tanta televisione, tanti programmi che si fanno, una volta eravamo in pochi, poi invece la situazione si è allargata di molto, per cui alla stessa ora può capitare di avere dieci o quindici offerte. Io guardo ancora molta tv, voglio sapere, sono curioso, voglio capire dove si va a parare".
Su Carlo Conti: "Dicono che è il mio erede? Non glielo auguro, l’eredità è scomoda, ogni presentatore deve avere le sue caratteristiche personali, il suo modo di gestire la scena, una camminata particolare, non gli auguro di essere il mio erede, gli auguro una vita autonoma. Rivedermi al Festival? No, non me la sentirei di rifarlo, l’ho fatto tredici volte, ho fatto tredici bei Festival, sono stato fortunato soprattutto perché ho trovato delle belle canzoni. Tu puoi fare il più bel festival del mondo, ma se poi le canzoni non rimangono è inutile. Purtroppo le canzoni di oggi non restano nel tempo".
Sui talent: "Mi preoccupano molto, creano tante illusioni e tanti illusi. Ci sono ragazzi che credono di essere arrivati a toccare il cielo e all’improvviso si ritrovano a terra. Non mi piacciono, sono un mercato delle illusioni. L’illusione è tremenda. Ai ragazzi che sognano di sfondare consiglio di leggere tanto, conoscere tanto, sapere tanto e avere sempre il coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee". Sul rap: "Non va criminalizzato, molti rapper dicono delle cose interessanti, anche se sul piano musicale sono monotoni. Alcuni hanno dei concetti da esprimere, altri non dicono niente. E attenzione, perché il rapper potrebbe anche ammazzare la musica".
Sulla Rai: "Con il canone in bolletta, che gli assicura un incasso certo per ogni anno, è più tranquilla. Non deve ricorrere con grande sforzo di energia alla pubblicità, ne deve mettere di meno, e ora ha la responsabilità di fare dei programmi di un livello più elevato. Sogno che la Rai si distingua dalle altre reti".
Su Vespa: "C’è stato un volgare equivoco tra noi due, lui mi aveva invitato nel suo show e io gli ho detto che non era il caso, non avendo nuovi format da lanciare. La nostra amicizia si era interrotta, il nostro rapporto si era incrinato per una sciocchezza, quando abbiamo fatto il 150 insieme lui lasciò il programma irritato per un malinteso ed io fui costretto a chiuderlo da solo. Ora ci siamo chiariti, è tornato tutto come prima".
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