Continua a piovere in tutta la Repubblica Dominicana, anche nei deserti di Azua e di Barahona, dove non piove praticamente mai. Sono i soliti eccessi dei tropici. L’anno scorso siccità assoluta e quest’anno tante piogge anche in anticipo rispetto al periodo statistico e cioè maggio.
Fanno capolino anche degli uragani estemporanei. Anche per loro la data statistica è ancora abbastanza lontana, in quanto la stagione ciclonica inizia il 1 giugno. Ma dove la natura è tanto esuberante non ci sono regole, bisogna quindi adeguarsi.
Intanto sono già oltre 9.000 le persone evacuate, due morti e due dispersi. Le comunità isolate sono 56 e 25 province su 32 sono in allerta. I danneggiati sono in particolare coloro che abitano nelle vicinanze di fiumi che ora sono in piena. Un problema questo che il governo ha cercato di risolvere più volte, ma senza successo. Le persone trasferite altrove, vendono gli alloggi messi loro a disposizione e se ne tornano in riva al fiume. In definitiva si tratta di un modo sicuro di far cassa ogni tanto.
Le piogge continuano a provocare inondazioni. Diversi ponti sono crollati ieri e dieci strade provinciali hanno subito gravi danni a causa di valanghe che le hanno ostruite, provocando anche rotture sul manto stradale. Cinque sono le case distrutte e 1.818 quelle danneggiate. Si tratta di un’ondata di maltempo (vaguada) localizzata nel nordest del Paese. Le piogge continueranno tutta la settimana, si dice, ma con meno intensità.
Gli incidenti sulla strada aumentano e sono dovuti anche alla scarsa perizia di guida dei conducenti, tanti di loro non hanno nemmeno la patente, e alle gomme lisce: frenare con millimetri di acqua sulla strada e gomme lisce diventa un’impresa non da poco.
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