Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus e ha svelato un aneddoto: “Io ero in seminario, quando ho lasciato la campagna a dieci anni i miei genitori mi hanno fatto fare il seminarista, avrei dovuto fare il prete. ho fatto tre anni il seminarista, poi invece della tonaca ho deciso di mettermi la toga. Per un periodo della mia vita ho pensato che sarei diventato sacerdote, ne vado orgoglioso, in quel periodo ho imparato a rispettare le regole. Poi ho cambiato strada perché diventando adolescente ho iniziato a sentire altri istinti. Mia sorella ha fatto la suora. Era una tradizione familiare quella di mandare alcuni propri figli a servire la Chiesa. Da confessore sarei stato duro come lo ero da Pm? Beh, in chiesa si chiede perdono per i propri peccati, da pm è diverso. Chissà, magari facendo il prete avrei fatto qualcosa di più utile rispetto a quanto fatto da magistrato, magari in qualche missione. Mi è sempre rimasta questa voglia di vivere in collettività”.
Sulle primarie del Partito Democratico: “Meno se ne parla, più vince Renzi. Questo è il problema. Il concetto di fondo è questo, non si vuole parlare di primarie Pd perché non partono tutti dallo stesso punto. Io condivido Emiliano, la ritengo una persona che può riportare il Pd al progetto dell’Ulivo che avevamo un tempo, lo considero uno che non si piega alle convenienze del caso. Non c’è il giusto rapporto di forze nel dare la possibilità ai cittadini di decidere chi scegliere e perché. In Lombardia non è nemmeno possibile votare per Emiliano in diversi collegi perché non l’hanno ammesso. E’ inutile che Renzi vinca giocando sul formalismo. Io abito in provincia di Bergamo e ancora non so se posso andare a votare per Emiliano o meno.Si è rotto una gamba Emiliano, che colpa ne ha? Capita a tutti, dategli un mese di tempo in più, come fa a fare la campagna elettorale? Renzi sa che ha un vantaggio, per questo cerca di tenere basso il tono di discussione sulle primarie. Le solite furbate all’amatriciana”.
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