Pierfrancesco Favino è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “Non è un Paese per Giovani“, condotto da Massimo Cervelli e Tommaso Labate, in onda dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 13.30.
Favino ha parlato del film ‘Comandante’, di cui è protagonista: “La storia di Todaro l’avevo sentita ma non la conoscevo in profondità. Sono molto contento che adesso possa diventare di pubblico dominio attraverso questo film. Non abbiamo una tradizione particolarmente gloriosa, ogni tanto azioni di questo tipo è bene vengano ricordate, ed è bene che le si pensino legate a uomini che hanno fatto parte della nostra storia. Io non penso che un uomo possa essere definito da un solo aggettivo”.
“Alcuni hanno detto che è la storia di un comandante fascista: beh, è interessante raccontare eventualmente un fascista che salva qualcuno dalle acque. Todaro quando salvò i naufraghi di questa storia e successivamente di altre due navi che aveva affondato, fu accusato da Donitz, generale tedesco sotto i cui ordini la marina italiana agiva, di essere un Don Chisciotte del mare. Alla fine della guerra, Todaro ricevette una onorificenza mentre Donitz fu condannato al processo di Norimberga”.
“Todaro è sicuramente un personaggio fuori dai canoni. Il Cappellini, sottomarino dell’epoca, è stato ricostruito per intero. Un sottomarino di 73 metri, è bello poter parlare di un film italiano che ha questa scala di rischio produttivo. Per alcune riprese fatte in Belgio lo hanno smontato e rimontato in parte, siamo stati anche a Taranto, lavorato in mare aperto per tanto tempo, è stato un film fisicamente impegnativo”.
Ancora Favino: “Ora sto girando un altro film in Ungheria. Mi sono messo in un appartamento, mi cucino da solo, faccio il bravo. Non ho portato la moka perché sono andato in una casa in cui c’era già. Quando l’ho trovata mi sono sentito l’Inno di Mameli in testa”.