Il futuro del centrodestra. A sfidarsi per proporre la ‘ricetta’ piu’ convincente lanciando di fatto anche un’Opa sulla leadership, sono Stefano Parisi e Matteo Salvini. Entrambi infatti hanno in programma per il fine settimana due manifestazioni distinte, non solo nella scelta di luogo e parterre, ma soprattutto nel ridisegnare i confini politici. La convention dell’ex city manager rappresenta il battesimo ufficiale di una nuova creatura politica che si pone come obiettivo quello di "riconquistare gli elettori delusi". Nessun big politico salira’ sul palco, riservato solo ad esponenti della societa’ civile, sindaci e amministratori locali con cui l’ex manager ha intenzione di scrivere "una vera e propria agenda di governo".
Nella mail inviata agli iscritti in cui si spiega nel dettaglio che la due giorni a Milano e’ solo l’avvio di un percorso che dovra’ portare anche a selezionare la futura classe dirigente, si chiede di partecipare non solo con le idee ma anche con donazioni economiche. "Aiutare e’ semplice", si legge nel testo in cui vengono spiegate le modalita’ con cui contribuire: "Durante l’evento attraverso i contenitori posti all’ingresso della convention" oppure con un bonifico. Ad un’ora di viaggio da Milano ci sara’ invece Matteo Salvini che ha chiamato a raccolta sul prato di Pontida i militanti e big leghisti. Tre giorni di raduno con cui il leader del Carroccio lancera’ il suo modello di centrodestra che, gia’ dalla cornice, si allontana molto dalla ‘mission’ che ha in testa Parisi. Una sfida quella di Parisi e Salvini che deve fare i conti con un altro competitor. A voler dire la sua sul futuro del centrodestra sara’ anche Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha organizzato per la giornata di sabato una mobilitazione su tutto il territorio per chiedere ai cittadini di esprimersi non solo sul governo ma su quelle che dovrebbero essere le politiche del futuro centrodestra.
L’attesa maggiore pero’ e’ per la convention di Milano. La volonta’ di lasciare spazio alla societa’ civile e la decisione di centellinare gli inviti tra i politici hanno reso l’attesa carica di polemiche. Sul piede di guerra innanzitutto la classe dirigente di Forza Italia bollata da Parisi come "nomenclatura" la cui presenza o meno "interessa davvero poco". La maggior parte di loro disertera’ l’evento anche se in queste ore si starebbe ragionando sull’ipotesi di inviare una delegazione ufficiale del partito con il via libera di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere che sara’ il grande assente e che non inviera’ nemmeno un messaggio con l’intento (condiviso dallo stesso Parisi) di marcare le distanze con Forza Italia, aspettera’ la conclusione dei due giorni di incontri e dibattiti per esprimere la sua opinione consapevole di avere su di se’ il peso di aver scelto Parisi come consulente per risanare Forza Italia ma piu’ in generale come persona su cui puntare per ricostruire l’area dei moderati.
A Pontida ci sara’ invece Giovanni Toti. Ufficialmente il governatore della Liguria sara’ presente ad un’iniziativa con Luca Zaia e Roberto Maroni, presidenti di Veneto e Piemonte. E’ chiaro pero’ che la presenza di uno dei big di Forza Italia al raduno leghista rappresenta anche la volonta’ da parte di Toti di voler costruire un centrodestra che ha nella Lega il principale interlocutore. Un modello di alleanza che sulla carta non dispiace nemmeno alla Meloni a patto che ci sia chiarezza su regole e programmi.
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