Il Cremlino appare preoccupato dal potere dell’informazione e dai cyberattacchi, di cui è stato in precedenza accusato durante la campagna elettorale americana. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un piano di ampio respiro volto a rafforzare le difese del paese contro attacchi informatici provenienti dall’estero e il giro di vite sulla influenza straniera percepita attraverso l’informazione.
La misura era stata anticipata nel messaggio alla nazione di inizio dicembre, al quale era poi seguito un annuncio dei Servizi Segreti russi che paventavano la possibilità di un cyber-attacco dall’esterno. Secondo il documento, le possibilità illimitate di circolazione delle informazioni “sono sempre più utilizzate per ottenere scopi geopolitici, terroristici, estremisti e criminali”, e un certo numero di paesi stranieri ha un impatto informativo crescente sulla Russia.
Vi è una tendenza, secondo il documento, ad un aumento del volume sui media stranieri di materiali contenenti una valutazione di parte sulla politica statale russa. Si sottolinea inoltre che i media russi sono sottoposti a discriminazione palese all’estero.
Il documento sviluppa le disposizioni della strategia di sicurezza nazionale, approvata dal presidente in dicembre 2015. E si concentra su una serie di minacce di cui il Cremlino sarebbe preoccupato, dalla pirateria alla copertura mediatica negativa all’estero, sino alla “erosione dei valori spirituali e morali russi tradizionali”.
Il piano offre solo le finalità generali della nuova politica tra cui il rafforzamento dei controlli su Internet in Russia, dei quali già era arrivato un assaggio con la chiusura dell’accesso da Mosca di alcuni siti, dal porno a un castigatissimo social network: Linkedin, di proprietà Microsoft.
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