Una riforma della Costituzione appena approvata dal parlamento del Perù promette maggiori diritti per i figli degli emigrati nati all’estero. La riforma sta avendo ripercussioni in diversi Paesi del mondo, tra cui anche l’Italia. Infatti, dopo il via libera alla riforma, che ha emendato l’articolo 52 della Costituzione, code di connazionali in attesa si sono formate all’esterno dei consolati in Venezuela e in Italia.
Secondo ‘Andina’, l’agenzia di stampa statale di Lima, i parlamentari hanno rimosso l’obbligo per gli aspiranti cittadini di registrarsi presso l’anagrafe nazionale entro il compimento dei 18 anni. D’ora in avanti, i figli degli emigrati nati all’estero potranno far richiesta della carta d’identità e di altri documenti anche una volta raggiunta la maggiore età.
Secondo i sostenitori della riforma, approvata giovedì, per decenni molti figli di emigrati sono stati privati del diritto di cittadinanza a causa di omissioni, status irregolare dei genitori o più semplicemente difficoltà nell’accesso ai servizi consolari.
Luz Salgado, deputato promotore della nuova legge, spiega: “Abbiamo fatto un lavoro all’insegna dell’uguaglianza. L’unico requisito è che si dimostri di essere figlio o figlia di un peruviano”.