“Ho scoperto presto che non si può cambiare il mondo. Il meglio che si possa fare è imparare a convivere in equilibrio con esso” (Henry Miller)
“L’individuo equilibrato è un pazzo” (Charles Bukowski)
“Per quanto ci si creda tranquilli quando si ama, l’amore è sempre nel proprio cuore in equilibrio instabile” (Marcel Proust)
“L’era dei rinvii, delle mezze misure, degli espedienti ingannevolmente consolatori, dei ritardi è da considerarsi chiusa. Ora inizia il periodo delle azioni che producono delle conseguenze” (Winston Churchill)
“È il giusto mezzo che bisogna scegliere, e non l’eccesso né il difetto, poiché il giusto mezzo è come la retta ragione dice” (Aristotele)
PERCHÈ SIMPATIZZO PER TRUMP
Rispondo ai lettori che mi chiedono perché abbia sostenuto Donald Trump, che potrebbe ricandidarsi, tra quattro anni, alla presidenza degli Stati Uniti. Ricandidarsi e forse vincere: è un’ipotesi che si sta diffondendo e a me sembra verosimile. Ma non é questo il tema centrale della mia nota di oggi.
Tra quattro anni si vedrà e succedono tante cose imprevedibili, in quattro anni, giorno per giorno, in 1460 giorni. Oggi vorrei salutare con schiettezza il Trump che non è ancora sconfitto con certezza, quello che si batterà fino all’ultimo con chissà quanti ricorsi: protagonista indomabile, al quale mezza America ha dato fiducia, nonostante tutto.
ESPORSI? È IMPORTANTE
Molti lettori, molti amici mi hanno chiesto, a volte con qualche impertinenza, perché mi sia “esposto” con evidente simpatia a favore del presidente uscente. Sarò un utopista, ma penso che vivremmo in un mondo migliore, se tutti coloro che ci governano sapessero esporre con chiarezza le loro idee (ho deplorato tante volte il buio del governo italiano nella comunicazione, le sue odiose finzioni di fronte ai cittadini). E Trump, nel bene e nel male, rozzo e spudorato, è stato un campione di chiarezza. Si è battuto per la “sua” America, non ha fatto guerre, ha migliorato la condizione economica dei cittadini…
HA RADDOPPIATO I VOTI
Leggo i risultati: ha raddoppiato i voti che aveva raccolto nel 2016! Minima la supremazia di Joe Biden in Georgia, Pennsylvania, Nevada e Arizona. Netto, al contrario, il suo successo in Carolina del Nord e in Florida. Discutibile – quanto meno – il voto postale, in date diverse. Esemplare la sua capacità di lottare fino alle ultime possibilitá. È un perdente, Trump? Non direi. E forse non ha ancora perduto. Di Biden parlerò un’altra volta.