L’inglese gioca ogni giorno un ruolo sempre più importante nella vita degli italiani. In ufficio o in viaggio, l’inglese è diventato la lingua franca per eccellenza. Consapevoli di questo ruolo, sempre più italiani, giovani o meno giovani, decidono di rimettersi sui libri, ma spesso senza i risultati desiderati.
Perché l’inglese rappresenta uno scoglio così insormontabile da superare per gli italiani? E’ davvero così difficile da imparare?
Kids&Us, accademia specializzata nell’insegnamento dell’inglese a bambini da uno a diciotto anni attraverso una metodologia ispirata al processo naturale di apprendimento della lingua materna, si è interrogata sulle ragioni linguistiche e sociali per cui l’inglese è ancora il tallone d’Achille degli italiani e ne svela qui le 5 principali:
1. Siamo latini
Se è vero che non esistono lingue di per sé facili o difficili, è pur vero che esistono lingue più simili di altre alla nostra lingua materna. L’inglese e l’italiano hanno famiglie linguistiche diverse. Mentre l’inglese è di origine germanica, come il tedesco o l’olandese, l’italiano deriva dal latino, come il francese o lo spagnolo. Questo comporta numerose differenze a livello di vocabolario ma anche di pronuncia, a partire dal sistema vocalico: 12 suoni vocalici in inglese contro i 7 dell’italiano.
2. Troppa grammatica
Al di là delle differenze linguistiche che ci possono essere tra l’italiano e l’inglese, il modo in cui si insegna la lingua gioca sicuramente un ruolo fondamentale. I metodi di insegnamento del passato si sono spesso concentrati sulla parte scritta della lingua, grammatica e scrittura, allontanandosi dal modo in cui normalmente impariamo la nostra lingua nativa, ovvero attraverso l’ascolto e la conversazione.
Per questo molti linguisti contemporanei credono che sia importante avvicinarsi alla lingua straniera seguendo lo stesso percorso di acquisizione della lingua materna, privilegiando all’inizio il contatto orale, e affrontando la grammatica solo in un secondo momento. Inoltre, gli esperti concordando che l’insegnamento dovrebbe essere il più possibile interattivo per suscitare interesse negli studenti.
3. L’italiano gode di ottima salute
Più è alto il numero di parlanti di una lingua, più è bassa l’esigenza di impararne un’altra straniera. Se la lingua di Dante non ha la diffusione dell’inglese nel mondo, secondo dati ufficiali della Commissione Europea (2012) l’italiano rappresenta all’interno dell’Unione Europea la seconda lingua più parlata, subito dopo il tedesco.
Inoltre, secondo dati del Ministero degli Affari Esteri (2014) l’italiano è la quarta lingua più studiata come seconda lingua straniera, probabilmente a causa delle immigrazioni del passato e del fascino culturale che lo Stivale esercita da sempre sugli stranieri.
4. Titoli in inglese, film in italiano
Nei paesi più piccoli è economicamente sfavorevole doppiare film e serie televisive. In Italia invece in versione originale si lasciano al massimo i titoli dei film. In televisione si doppia tutto e solo pochi cinema, concentrati nelle grandi città, proiettano i film in versione originale. Questo non permette un contatto costante con la lingua straniera, abitudine che sarebbe indispensabile per facilitare la familiarità con la lingua. Oggigiorno però si possono adottare dei piccoli accorgimenti per superare questa mancanza. Ad esempio, le televisioni di ultima generazione ci permettono di scegliere in che lingua vedere l’ultima puntata della nostra serie preferita mentre YouTube offre un’infinità di contenuti video praticamente in qualsiasi lingua.
5. I Vip non parlano inglese
Se normalmente si segue l’esempio di chi ci circonda, bisogna ammettere che gli italiani non hanno grandi maestri per l’inglese. In generale, le “very important people” della nostra vita, che siano politici, atleti o semplicemente i nostri genitori, non conoscono bene la lingua di Shakespeare, e ciò comporta che spesso manchi la motivazione nell’affrontare l’apprendimento della lingua straniera.
Se imparare una lingua straniera non è mai un compito facile, il vero trucco sta nell’impararla fin da piccolo.
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