Nuovo record per Otto e mezzo, la trasmissione de La7 condotta da Lilli Gruber che, ospite ieri Matteo Renzi, si apprende, ha toccato quota 2 milioni 284 mila spettatori con uno share del 9,35%.
Dalle Olimpiadi alla riforma istituzionale, dai dati sul jobs act al tifo calcistico. E’ duello a tutto campo, a ‘Otto e mezzo’, tra il premier Matteo Renzi ed il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. "Se io sono Fonzie, lei e’ Ralph Malph", e’ il parallelo con cui il premier prova a scherzare, dopo aver difeso il si’ al referendum. "Chi vota no vota la Casta", afferma. E ribadisce la disponibilita’ a cambiare l’Italicum, disponibile "qualunque decisione prendera’ la Corte Costituzionale" e allibito dal fatto che M5S proponga il ritorno al proporzionale "puro da Prima Repubblica che porta agli inciuci".
Quasi tre quarti d’ora di botta e risposta tra premier e giornalista con Lilli Gruber spesso costretta al ruolo di arbitro. Renzi non da’ novita’ ma punto per punto rivendica l’attivita’ del governo. Ma il primo pomo della discordia e’ la scelta di Virginia Raggi di rinunciare alle Olimpiadi. "La vicenda e’ chiusa ma il punto impressionante e’ che i grillini hanno ammesso di non essere in grado di cambiare le cose", ribatte il premier dando prima del tu e poi, quando il clima si surriscalda, del lei al direttore del Fatto che elenca la "tranvata" di costi sostenuti da altre citta’ candidate.
"Ho una visione ontologicamente diverso da Travaglio, io tifo per l’Italia non solo a livello calcistico visto che lui tifa per la Germania", e’ la frecciata del premier. Scambio di battute al vetriolo anche sui dati della crescita e del lavoro. Il governo, afferma il direttore del Fatto evitando di guardare in faccia il premier, ha fatto "doping, non crescita". "Quello che e’ diminuito in questi due anni sono le copie del Fatto quotidiano, non i posti di lavoro", contrattacca il premier invitato da Travaglio a guardare il numero delle copie vendute. Sui posti di lavoro creati dal jobs act, piu’ 585mila, il capo del governo si dice pronto ad un fact checking sul sito del giornale e sulla crescita, pur ammettendo di non essere ancora soddisfatto, assicura che il Pil del 2017 "sara’ piu’ dello 0,8%, migliore di quello del 2016".
Il picco dello scontro si raggiunge quando Renzi definisce l’assessore ai rifiuti di Roma Muraro "la preferita" di Travaglio. Il giornalista si scalda: "Ho chiesto le dimissioni della Muraro, pensi agli indagati del Pd". E Renzi: "Sono felice che Travaglio abbia scoperto il magico mondo del garantismo". E il clima non migliora sul tema del referendum sul quale i toni si scaldano anche tra i partiti con Danilo Toninelli (M5S) che sostiene che se vince il si’ "c’e’ un rischio violenze e estremismi".
Nello studio di La7 il dibattito si fa incandescente: "Se vince il Si’ si passa dal bicameralismo perfetto al bicameralismo cazzaro", attacca Travaglio. "Ero renziano – prosegue il direttore – quando gli sentivo dire ‘dimezzeremo i deputati e senatori e poi pure le indennita”. Ora sono preoccupato perche’ adesso il Pd si sta rendendo conto che l’Italicum e’ una vaccata, non vorrei che dopo che vince il Si’ si rendano conto che anche la riforma e’ una vaccata".
"Il noto costituzionalista Travaglio – replica Renzi – usa espressioni, da ‘ciucciare’ a ‘cazzaro’, degne della migliore tradizione costituzionale. Vuol difendere la democrazia e non riesce nemmeno una volta ad accendere l’orecchio".
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