Domenica mattina, alle ore 7, con un aereo Alitalia dal Cairo Alex Anfuso è atterrato sul suolo italiano dopo trenta lunghi anni. Su ItaliaChiamaItalia abbiamo ampiamente scritto di questa vicenda a dir poco assurda. Alex Anfuso ha ritrovato la sua famiglia, ma sopratutto ha ritrovato se stesso.
Grazie all’aiuto di ItaliaChiamaItalia e alle Iene, senza dimenticare l’aiuto del console Alessandra Tognataro che in questi mesi ha seguito la vicenda passo dopo passo. Ce l’abbiamo fatta, è stato difficile ma nello stesso tempo sono bastate poche settimane per fare una cosa che si poteva fare ben 9 anni fa, quando Pino Anfuso scoprì questa storia.
Io non so dove sono le lacune e le colpe, certo è che qualcuno deve delle scuse a questo ragazzo che ha aspettato una vita prima di vedersi riconoscere un suo diritto, peccato che la madre non ha potuto abbracciare quel piccolo Alex.
Io ringrazio personalmente il direttore di questo quotidiano online, Ricky Filosa, per avermi dato la possibilità e lo spazio di parlare di questa storia. Ringrazio la famiglia Anfuso per avermi dato la possibilità di aiutarvi. Ad Alex voglio solo dire, bentornato a casa.
Grazie a tutti coloro che in un modo o in un’altro hanno reso tutto questo realtà. Chi si prende la responsabilità di aiutare qualcuno dietro compenso ha l’obbligo civile e morale di portare al termine la missione e non cercare sempre e comunque l’affare. Questo ragazzo ha sofferto anche per evidenti menefreghismi di certa gentaglia. Noi come giornale, insieme alle Iene di Italia Uno, abbiamo portato avanti questa storia senza nulla a pretendere, perché un giornale serio cerca in ogni modo di aiutare le persone. Per fortuna in giro ci sono ancora giornalisti seri, Pino Anfuso era uno di loro, peccato che non sia riuscito a vedere la conclusione di questa strana storia a lieto fine.
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